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Questo articolo è stato pubblicato il 01 aprile 2012 alle ore 08:14.

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Roma sta sopra, incestuoso alternante insieme di millenarie vestigia imperiali con campagne urbanizzate alla bella e meglio dall'edilizia popolare del giovane Regno e dall'autarchia fascista. Sotto, dentro il ventre, in una grotta sta Ida, e lì da due giorni (alla fine saranno quattro) per paura dei fascisti e dei tedeschi, mentre si dice, da troppo tempo, che gli americani sono già in fondo agli stradoni e alle vie consolari.
Comincia così Dove finisce Roma, l'esordio di Paola Soriga, arrivata e innamoratasi (si sente nel libro) di Roma dalla natìa Sardegna. Siamo nei giorni dell'ultima inoltrata primavera di Roma fascista, qualcuno già da tempo anche tra le borgate popolari lavora al dopo. Non per elaborazione politica ma per istinto la giovane Ida si è trovata a svolgere un'ambasciata, a portare con sé segreti appresi per strada, nelle botteghe, così mentre la guerra consuma gli ultimi atti di rappresaglia in città, Ida ha avuto paura e si è rifugiata nella grotta. Spaventata e senza cibo aspetta che la sua amica Rita venga a dirle che è tutto a posto, che può tornare sopra ché la guerra è finita e intanto ripassa il percorso fatto fin lì dal paesino sardo, dai genitori che l'hanno tolta dalla scuola per mandarla a Roma con la sorella Agnese, andata in sposa a un impiegato. Monta e smonta la sua ancora breve vita Ida, si strugge per Antonio che un paio di volte sembra averla aspettata, osservata, desiderata. Ha fretta Ida di fare la sua parte nella vita, troppe volte si è sentita sopraffatta dalle decisioni degli altri, ora dopo quasi sei anni che non vede le altre sorelle e i genitori, ora che Francesco, il marito della sorella Agnese, è morto, si sente ancora più libera per le strade di Roma, se solo questa guerra finisse davvero. Di questa giovane protagonista Paola Soriga sa darci una convincente rappresentazione, grazie soprattutto a una lingua, e a una prospettiva narrativa, avvolgente, mai posata, sempre febbrile e mobile.
Dove finisce Roma è un bel libro più quando Soriga si concentra su questo spirito di ragazza bambina che quando, troppo forzosamente, vuole calarla con eccesso di storicizzazione (fino a sbagliare qualche data decisiva) nei fatti di quella Roma in guerra. Il postmoderno non si addice a Ida, personaggio con una voce propria che tiene insieme le paure di bambina e i sogni di ragazza (il capitolo 30, perfetto), una così non c'è bisogno per essere vera che incontri Giaime Pintor al bar.
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Paola Soriga, Dove finisce Roma, Einaudi, Torino,
pagg. 142, € 15,50

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