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Questo articolo è stato pubblicato il 05 aprile 2012 alle ore 11:48.

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Sembrano quadri, sono strumenti di lavoro. Rose - particolare - AlVy, diritti riservatiSembrano quadri, sono strumenti di lavoro. Rose - particolare - AlVy, diritti riservati

C'è una storia che racconta di abili artigiani francesi che contribuirono con la loro maestria a creare una leggenda. E di pittori destinati a rimanere nell'anonimato ma in grado di passare alla storia attraverso le loro opere, conosciute in tutto il mondo.

Il centro della nostra storia è un piccolo comune della Francia centrale, Aubusson, nella regione del Limousin, sul fiume Creuse. Celebre fin dal XVI secolo per la lavorazione degli arazzi, Aubusson faceva parte delle manifatture reali di Francia ed è ancora oggi sede di industrie per la lavorazione dei tessuti.
Dalle manifatture di Aubusson uscirono per secoli alcuni tra i più meravigliosi arazzi creati in Europa tra il XVI e il XVIII secolo. Pezzi unici che si possono ammirare nei musei internazionali o in grandi collezioni d'arte pubbliche e private e che l'Unesco ha inscritto nella lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell'Umanità.
Da qualche anno però il mondo del collezionismo ha iniziato a puntare gli occhi non sulle opere finite ma su quelli che erano i cartoni preparatori su cui arazzi, tappeti e tappezzerie venivano creati. I "cartons de tapisserie" erano dipinti a olio o a tempera realizzati su carta o tela che i peintres cartonniers creavano negli ateliers delle manifatture di Aubusson su genere o su commissione, per essere poi utilizzati come modelli dai tessitori.

Il "carton" veniva inchiodato direttamente sotto il telaio e il tessitore, passaggio dopo passaggio, incrociando i filati di vari colori nei punti giusti realizzava in lana o seta il soggetto dipinto nel cartone preparatorio. Il fascino dei cartoni, che sono bellissimi quadri, sta proprio nel fatto di essere stati vivi strumenti di lavoro, con tutto il fascino del loro vissuto: lungo il perimetro sono ancora presenti i piccoli fori dei chiodi serviti per fissarli a telaio, qua e là si leggono frasi con appunti e indicazioni tecniche minuziose del pittore per i tessitori che andavano a realizzarli. Nessuno riporta la firma di questi artisti; solo in qualche caso è riportato il nome "Aubusson" come autenticazione della provenienza.
Eppure fra queste "verdures", questi paesaggi boschivi, tra castelli dipinti e corsi d'acqua, fiori e piccoli animali che sembrano usciti da una fiaba si coglie una rara sensibilità e un raffinato gusto per il bello. E poco importa, alla fine, se i tessuti, le tappezzerie e gli arazzi realizzati su questi "cartons" preparatori sono scomparsi: attraverso l'opera di divulgazione di alcuni collezionisti, i "cartons de tapisserie" stanno conoscendo una nuova giovinezza come opere d'arte a sé stanti, tanto che in Francia sta prendendo corpo l'idea di creare un museo ad hoc.

Una piccola mostra di alcuni di questi gioielli (provenienti dalla collezione AlVy di Vicenza) è stata allestita di recente anche a Padova, presso una bottega artigiana del centro cittadino e il successo riscosso dall'iniziativa ha convinto la titolare del negozio a riproporla in tempi brevi.
I "cartons de tapisserie", sottoposti ad un restauro conservativo e ad un successivo intervento di intelaiatura, diventano quadri di piccole o grandi dimensioni che raccontano storie di un'epoca e di un mestiere ormai scomparsi.

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