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Questo articolo è stato pubblicato il 19 aprile 2012 alle ore 08:17.

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Da Maria Antonietta a Rosy Mauro, quando dai diamanti nascono le monetineDa Maria Antonietta a Rosy Mauro, quando dai diamanti nascono le monetine

La montagna di luce, il più celebre di tutti i diamanti, sta sulla corona della Regina non a caso: secondo la leggenda il Koh-i-Noor, con i suoi 105 carati di splendore, agli uomini dona la morte e alle donne la fortuna. Niente di nuovo si dirà: che con le donne il feeling fosse perfetto già lo cantava Marilyn Monroe, con i suoi Diamond are a girl's best friend.

Ad Ekaterinburg mentre i colpi di fucile risuonavano in casa Ipatiev, facendo scempio della famiglia imperiale e del suo seguito, inspiegabilmente Anastasia, Tatiana, Maria e Olga, le arciduchesse di casa Romanov, risultavano impermeabili al plotone d'esecuzione. I gioielli tempestati di diamanti cuciti all'interno dei loro corpetti le protessero, facendo rimbalzare i proiettili fino a dar fiato al mistero della salvezza di Anastasia. Donne e diamanti, un binomio fatto di fascinazione reciproca, evocazioni e un forte potere simbolico. Un simbolo che a Rosy Mauro e alla Lega rischia di fare davvero molto male. Pare che i diamanti della vicepresidente del Senato stiano a questa stagione come il pouf di Lady Poggiolini all'epoca di Mani Pulite. Perché quando anche, come nei sogni del triumvirato leghista, la buriana sarà passata, i diamanti e i lingotti di Belsito e quelli ancora di Lady Mauro (che dice di averli comprati con i suoi «risparmi») resteranno nell'immaginario, perfino in quello del popolo padano, che non ha mai dato prove di memoria da elefante.

Nelle radio della Bergamasca come su Facebook o nel porta a porta del Cremonese la Porche del Trota infastidisce ma passa; se però chiedete "dei diamanti della Rosy" è facile che si rischi l'improperio. È stato sempre così d'altronde: l'intolleranza moralista non è forse solo per i diamanti ma anche per il sesso di chi li indossa. A Maria Antonietta regina di Francia lo scandalo della collana di diamanti creata da Charles-Auguste Boehmer costò carissimo in fatto di reputazione, e al collo che lo avrebbe dovuto indossare andò anche peggio. Il paragone si dirà che è improprio: certo che sì, le epoche sono diverse, i diamanti dell'Affaire du collier de la Reine erano molto più belli e la nostra protagonista non ha un profilo asburgico.

Ma il potere simbolico dei diamanti è sempre lo stesso, intatto nei secoli. «Il denaro non comprerà la salute, ma starei volentieri su una sedia a rotelle tempestata di diamanti» disse la grande scrittrice-fustigatrice Dorothy Parker. Non per niente il mito delle star hollywoodiane si è nutrito da sempre della loro luce. Liz Taylor, che li adorava, non si separò mai dal mitico Taylor-Burton, a forma di pera. «Le grandi donne hanno bisogno di grandi diamanti» amava ripetere l'attrice dagli occhi viola. Dive a parte, ci sentiremmo di ammonire Rosy Mauro parafrasando il grande De Andrè. Perché se è vero che dai diamanti non nasce niente, il passo verso il "letame" della cattiva fama è breve, anzi brevissimo. Certo, come dice quella pubblicità, "un diamante è per sempre". Ma la stella di Rosy Mauro è girata: speri almeno, la senatrice, che dai diamanti stavolta non nascano le monetine.

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