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Questo articolo è stato pubblicato il 26 aprile 2012 alle ore 10:17.

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Foto: Marco Caselli NirmalFoto: Marco Caselli Nirmal

Ricorda "Les demoiselles d'Avignon". Figurativamente, per la disposizione dei corpi, ma soprattutto per quel languore di una giornata assolata e il profumo d'aria campestre che pare emanare. Le donne del celebre dipinto di Picasso sembrano ignorarsi l'una con l'altra. Così pure, inizialmente, gli interpreti di "Calore", pièce d'esordio del coreografo Enzo Cosimi, datata 1982, ora riallestita grazie al progetto RIC.CI (Reconsruction Italian Contemporary Coreography anni ‘80/'90) ideato da Marinella Guatterini: un percorso che recupera dalla memoria storica e rimette in visibilità alcuni dei migliori lavori della nostra danza contemporanea.

Cosimi è stato capofila di quella generazione d'autori etichettata "nuova". Esistenzialista attento alla forma, il coreografo romano, in seguito, ha sconfinato in generi e linguaggi diversi, alternando cadute di gusto e crisi creative, con una scrittura scenica tra toni alti e bassi. "Calore" nacque nel pieno exploit di fermenti degli anni Ottanta. Al suo debutto, con in scena un gruppo di amici, danzatori improvvisati guidati dallo stesso Cosimi, fresco, invece, di una solida formazione acquisita da Cunningham a New York, si manifestò in perfetta sintonia con gli umori degli spettacoli della "postavanguardia" patrocinata da Giuseppe Bartolucci.

Nel corpo di Cosimi (oggi cinquantenne, e non in scena) e dei suoi compagni, canottiera e mutande bianche rigorosamente unisex, da vacanze in colonia, scorreva la stessa adrenalina, la stessa euforia artificiale che animava i lavori di Martone, di Gaia Scienza o dei Magazzini Criminali. Rivedere oggi lo stesso spettacolo – con giovanissimi danzatori – ha ancora l'effetto di una zampata graffiante, di una freschezza creativa tuttora vitale col suo alfabeto del corpo, rigoroso e libero al tempo stesso, più innovativa di tanti velleitari esperimenti attuali.

Il tema dell'educazione sentimentale giovanile di quattro teneri e sediziosi "angeli" alla ricerca della felicità, si esprime con gesti prima autistici, poi bruschi, folli; con smorfie e zampettii, corse e mollezze; con baci e abbracci, giochi e capricci: un brulichio della vita quotidiana e naturale che poco alla volta, dal risveglio infantile alla sensualità dell'adolescenza alla calma relativa finale, si trasforma in una baraonda. Giocattoli sparsi ovunque, panna spruzzata addosso, birra e cotillon, pose glamour per scatti fotografici; un micio di peluche a coprire l'improvvisa nudità di un danzatore (all'esordio era un gatto vero, come in carne ed ossa era il neonato che sgattaiolava in scena, qui sostituito da un vagito), limoni rotolanti come simboli di una cultura mediterranea da affermare.

Pian piano, tra lentezze di gesti, stiracchiamenti, atteggiamenti canini, e frinire di grilli e cinguettii d'uccelli come tappeto sonoro, si viene a comporre un affresco corale, luminoso, che sprigiona un'energia primordiale. Una ruvida innocenza che sfocia in spavalderia, trasgressività, ammiccamenti, con sussulti di trepidazione interiore e di fragilità, resi con movimenti imperiosi e minimali, con diagonali e linee volteggianti non formali. L'epoca post-punk in cui "Calore" nacque, è ancora attuale nella musica techno a tutto volume – alternata a melodie celestiali -, nel look della ragazza dai colori acidi che s'aggira come una modella su alti tacchi; nel party sfrenato di una giovinezza vogliosa e senza regole. Senza cadere nella parodia dell'adolescenza, nel gesto didascalico, o nella provocazione gratuita, Cosimi mantiene un lucido stato mentale nelle singole personalità ben stagliate che si traduce in una danza teatrale ad alto voltaggio, alla quale, consapevoli o meno, hanno guardato molti teatranti d'oggi.

"Calore", regia, coreografia, scena, costumi Enzo Cosimi, disegno luci Stefano Pirandello, danzatori Alice Raffaelli, Francesco Marilungo, Riccardo Olivier, Francesco Penzo. Prima italiana al Comunale di Ferrara. Coproduzione Torino Danza, AMAT, Arteven, Fabbrica Europa, Teatro Comunale di Ferrara, Ravenna Festival, Teatro Pubblico Pugliese.

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