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Questo articolo è stato pubblicato il 03 maggio 2012 alle ore 12:14.

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Liliana Cavani a Napolitano: il cinema è un'industria culturale non compresa in Italia (Olycom)Liliana Cavani a Napolitano: il cinema è un'industria culturale non compresa in Italia (Olycom)

«Per uscire da questo tempo di crisi abbiamo bisogno di recuperare fiducia in noi stessi e negli altri. Mi auguro trovando le vie di rigenerazione della politica: il cinema, come la cultura, ci possono aiutare a ritrovare fiducia». A dirlo il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ricevendo al Quirinale i candidati ai premi David di Donatello 2012. «Ho rilevato una mancanza di attenzione della politica per il cinema in questi anni. C'è un problema di recupero della dimensione culturale e morale nel nostro Paese», ha detto il presidente della Repubblica. Il Quirinale oggi era gremito di star del cinema: Nanni Moretti e i fratelli Taviani, Emanuele Crialese e Liliana Cavani, Francesca Lo Schiavo, Marco Tullio Giordana e Paolo Sorrentino. Il presidente della Repubblica li ha definiti capitale umano «meraviglioso».

La politica è in affanno e deve rigenerarsi
«Questi sono tempi di crisi. Sarebbe complicato - ha detto il capo dello Stato - fare l'elenco delle cause della crisi e dei suoi aspetti particolari. La politica é in affanno come sono in affanno le nostre società. Un rilancio della politica può avvenire attraverso la valorizzazione della cultura». C'è un «assoluto bisogno» di una «rigenerazione della politica».

Il cinema italiano è vitale
«Tocchiamo con mano la vitalità del cinema italiano in questa manifestazione. Decisivo per l'industria cinematografica é il capitale umano che si rinnova di generazione in generazione, come ho visto dai nomi che mi sono stati presentati». Napolitano ha dichiarato la sua simpatia per la generazione dei cineasti a lui più vicini, ma ha ricordato che la garanzia del rinnovamento del cinema italiano sta nel gruppo di giovani che hanno preso parte alla cerimonia che si é svolta al Quirinale introdotta dal presidente dell'Accademia del cinema italiano, Gianluigi Rondi.

Liliana Cavani: il cinema è un'industria culturale non compresa
Il cinema «é un'industria culturale non compresa dall'Italia». È il duro atto d'accusa alla politica quello della regista Liliana Cavani, lanciato durante la cerimonia al Quirinale con i candidati ai premi David di Donatello 2012. La regista ha spiegato che «non realizzare racconti nostri, ma limitarsi a comprare quelli fatti dagli altri significa diventare marginali. In questo momento le televisioni di stato e private stanno tagliando le produzioni nazionali». In Italia, ha sottolineato, lavorano nel cinema 250mila persone, che «hanno sempre lavorato con talento per un'industria culturale considerata strategica nei paesi piu» maturi mentre nel nostro é viceversa non compresa. «Non ha mai ricevuto - ha sottolineato la regista - la necessaria attenzione dalla politica. Spero che lei presidente, possa far comprendere alla politica quanto é strategico il cinema».

Il cinema al Quirinale
La cerimonia è stata aperta dagli interventi del sottosegretario di Stato per i Beni e le Attività Culturali, Roberto Cecchi, del presidente dell'Accademia del Cinema Italiano - Premi «David di Donatello», Gian Luigi Rondi, e di Liliana Cavani, vincitrice del Premio 'David Specialè, a nome del Cinema Italiano. Dopo la presentazione dei candidati, il capo dello Stato ha rivolto un indirizzo di saluto. Erano presenti il presidente dell'Agis, Paolo Protti, il presidente dell'Anica, Riccardo Tozzi, esponenti dell'industria cinematografica e rappresentanti del mondo del cinema.

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