Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 08 maggio 2012 alle ore 14:40.

My24

Schiodandosi dai soliti titoli che, negli ultimi anni, hanno contraddistinto gli omaggi a Béjart, il Teatro dell'Opera di Roma, grazie a Micha van Hoecke, incassa un bel colpo varando un programma "vintage" che ci riporta il genio di una volta. Intanto nel balletto capolavoro del '55 "Symphonie pour un homme seul" e nell'autobiografico "Gaité parisienne"; poi nel segno personale di due dei suoi "allievi" più autorevoli: Maguy Marin e lo stesso Van Hoecke.

In "Symphonie…" Béjart rompe con la tradizione compositiva del passato e rivoluziona, con la musica atonale e concreta di Pierre Henry e Pierre Shaffer, ogni idea di armonia introducendo il suono come partitura drammaturgica sulla quale il movimento si incastona. Grida, sibili, respiri, passi, porte che sbattono, sono il tessuto sonoro dentro le cui maglie l'ombra della solitudine attanaglia l'uomo in scena. Nello spazio privo di decori solo sette corde sospese di cui una più lunga al centro sulla quale egli si aggrapperà ascendendo in cerca di salvezza dopo aver affrontato un mondo ormai robotizzato e privo d'anima, e, soprattutto le seduzioni sensuali e aggressive di una donna. I sentimenti d'impotenza e di rabbia sottaciuta, di nostalgia e di smarrimento, sono tutti nel gesto vigoroso ed esasperato di affondi e stiramenti di braccia e gambe, di duetti e combinazioni di terzetti multipli, dove lo stile accademico è costantemente deformato acquistando nuova purezza e lirismo. Restituito, con maturità espressiva, dai due magnifici interpreti dell'Opera di Parigi: Nicholas Le Riche e Clairemarie Osta.

Ribelle e visionaria, la franco-spagnola Maguy Marin, approdata al Ballet du XX Siècle dopo un passaggio al Mudra di Bruxelles, ci ha raccontato mille volte noi stessi, vivisezionando corpi, menti e comportamenti. Il suo "Eden" (qui proposto in un estratto) è un folgorante gioiello di danza, di impeccabile tecnica e forza creativa. Due anime, due corpi, un unico essere. Forse Adamo ed Eva nelle origini bibliche della perdita dell'innocenza e della cacciata dal paradiso terrestre. Tutto si svolge in un clima cupo di diluvio universale, agli albori dell'umanità. Avvinghiati l'uno all'altro in una primordiale, beckettiana terra di nessuno, nel loro corpo a corpo c'è qualcosa di innocenza primitiva, ma anche di crudele. Lei si attorciglia su di lui, che la sostiene, inizialmente senza mai toccare terra. Compie evoluzioni sulle sue spalle, sulla schiena, attaccandosi alle braccia, alle gambe. Poi strisciando, poi accanto, nella posizione eretta. Paura del mondo nel quale, smarriti, si ritrovano, ma anche rifugio nel corpo dell'altro in cerca d'amore e protezione. Di scultorea energia e di bellezza avvolgente per quindici minuti restiamo anche noi avvinghiati con lo sguardo davanti alla forza di quei corpi e alla visione di immagini che suscitano. Duetto difficilissimo ma perfetto per i bravissimi Riccardo Di Cosmo e Alessia Gay.

Micha van Hoecke rende omaggio al suo maestro con "Grand Rytme": una danza corale ritmata dai battiti dei piedi e delle mani (quasi una tribù Maori), accompagnata dal fiato ansimante e dalla voce all'unisono della folta compagine di allievi della Scuola dell'Opera, divisa dapprima in due gruppi, maschi e femmine, poi tutti insieme. Scansioni cardiache, battiti del cuore, pulsazioni vitali. Per dire quello che Maurice gli ha dato.

"Serata Maurice Béjart", coreografie di Maurice Béjart, Maguy Marin, Micha van Hoecke.
Corpo di ballo del Teatro dell'Opera di Roma,
direttore Nir Kabaretti.
www.operaroma.it

Commenta la notizia

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi