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Questo articolo è stato pubblicato il 10 maggio 2012 alle ore 08:09.
L'ultima modifica è del 10 maggio 2012 alle ore 08:25.

Ma non basta. Bisogna anche varare una fiscalità di vantaggio per i beni culturali. Il Governo ha approvato di recente lo schema di disegno di legge recante la delega per la revisione del sistema fiscale. E'un'occasione che non va persa. Si tratta, in primo luogo, di pensare a un' Iva agevolata: l'attuale regime non prevede alcun tipo di agevolazione volta a favorire interventi conservativi sui beni culturali. Serve, in secondo luogo, un nuovo regime riguardo alle detrazioni e deduzioni fiscali dall'imposta dei redditi. Serve, in terzo luogo, un regime fiscale agevolato per le sponsorizzazioni. Questi temi implicano aspetti specifici e proposte operative che sarebbe forse tedioso esporre in questo luogo. Allego pertanto una relazione tecnica sui suddetti argomenti, sperando che possa essere utile ai fini che Il Sole si propone. Concludo proponendo che le risorse non utilizzate, che giacciono nelle contabilità speciali a disposizione degli uffici del Ministero, non vengano sottratte al suo bilancio, in modo che il Ministero stesso possa ricavare, in tutto o in parte, i mezzi necessari a coprire il programma di fiscalità di vantaggio che qui propongo.
IL REGIME FISCALE DEI BENI CULTURALI.
PROPOSTE PER UNA FISCALITA' DI VANTAGGIO.
1. La necessità storica di una fiscalità di vantaggio per i beni culturali.
Il nostro Paese attraversa un periodo di particolare difficoltà economica e sociale. Temi all'ordine del giorno in tutte le sedi di pubblico dibattito sono il risanamento dei conti pubblici e il rilancio dell'economia, in nome dei quali sono richiesti ai cittadini sacrifici notevoli, talora ai limiti della sostenibilità.
L'attuale Governo, costretto all'adozione di drastiche misure nella iniziale fase di gravissima emergenza economica in cui l'Italia versava al momento del suo insediamento, punta ora ad una radicale e altrettanto necessaria revisione dei conti pubblici, mediante la cosiddetta spending review, allo scopo di individuare gli sprechi e le voci di spesa non necessarie che possono essere tagliate.
Si tratta di un obiettivo ambizioso e difficile, che deve essere perseguito, a mio avviso, tenendo presenti le finalità di risanamento e sviluppo ma anche i valori fondanti della nostra collettività e l'immagine di società futura che siamo in grado di prefigurare. Per costruire una tale immagine non possiamo che tornare alle nostre radici, attingere alla civiltà e alla cultura che abbiamo costruito nei secoli, che costituiscono il nostro maggiore orgoglio e il più prezioso dei nostri beni comuni.
E' venuto quindi il momento di proporre con forza all'agenda dell'Esecutivo il tema di una rinnovata e autentica fiscalità di vantaggio per i beni culturali, da indicare quale potente strumento di crescita culturale, sociale ed economica del Paese.
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