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Questo articolo è stato pubblicato il 13 maggio 2012 alle ore 08:19.

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Il fatto ha dell'incredibile. Alle porte di Milano, nell'amena e ancora verdeggiante località di Cusago, esiste un castello che è una copia in piccolo del Castello Sforzesco di Milano. Peccato che questo gioiellino rinascimentale, al contrario del castello di città, giaccia tristemente malandato. Si badi bene: non si tratta del "solito" castello. Fatto costruire da Bernabò Visconti a metà Trecento, il maniero divenne luogo di delizie agresti e di caccie sotto Filippo Maria Visconti, il quale, per raggiungerlo comodamente da Milano in barca, fece scavare tra il Naviglio Grande e il maniero un canale navigabile apposito chiamato «Naviglietto».
Il castello venne ampliato a fine Quattrocento da Ludovico il Moro che lo regalò galantemente alla moglie, la duchessa Beatrice d'Este. La duchessa fu entusiasta del dono e descrisse per lettera le meraviglie di Cusago alla sorella Isabella. Dopo la morte prematura di Beatrice, il galante Ludovico regalò di nuovo il castello, stavolta all'amante Lucia Marliani. Il figlio del Moro, Francesco II Sforza, riuscì a tornare in possesso del castello di Cusago ma per poco: se ne disfece vendendolo al banchiere milanese Massimiliano Stampa. Con la famiglia Stampa inizia la lenta decadenza dell'edificio, che venne progressivamente trasformato in fattoria e financo in rifugio di senzatetto dopo la Seconda guerra mondiale. I marchesi Casati-Stampa restarono proprietari del castello fino al 1973 quando, dopo un tragico fatto di cronaca che coinvolse l'ultimo erede del casato, il maniero venne acquisito dall'Immobiliare Coriasco, appartenente alla famiglia Berlusconi. Nel 2003 la proprietà del castello passò di mano, stavolta a una cordata di imprenditori riuniti nella società «Il Castello di Cusago srl». che inizialmente pensò di recuperarlo facendone sede di una scuola di florovivaismo. Queste buone intenzioni però non bastarono ad arginare il degrado del maniero e neppure a trovare i fondi necessari per il restauro. Ci fu allora un nuovo tentativo di vendita a un'immobiliare dai contorni poco limpidi, ma si finì (per fortuna) con un nulla di fatto.
Intanto l'edificio deperiva. Che fare? Qualche anno fa i cittadini di Cusago si sono mobilitati e hanno fondato il Comitato «Salviamo il Castello di Cusago» e anche l'amministrazione comunale è scesa in campo per chiedere aiuto al ministro ai Beni culturali. Risultati: zero.
Adesso Cusago torna alla carica, con in testa il giovane sindaco Daniela Pallazzoli. In vista dell'Expo 2015 (la cui sede dista pochi chilometri da Cusago) sono stati coinvolti politecnici italiani e stranieri perché immaginino progetti e destinazioni d'uso per il maniero e sono stati sollecitati di nuovo ministero e soprintendenza perché mantengano l'immobile in sicurezza. Parallelamente, a fine 2011, sono ripartite nuove trattative tra la proprietà e gruppi di privati del settore alberghiero per trovare un concreto futuro al castello. E forse, stavolta, siamo vicini al traguardo.
Insomma, il sindaco e i cittadini di Cusago vogliono fermamente che il gioiello visconteo-sforzesco risorga. E per parlare di ciò hanno incaricato l'attivissima associazione «Castelli del Ducato» di organizzare una giornata di studio nello stesso Castello di Cusago (riaperto eccezionalmente per l'occasione) per mercoledì 16 maggio (ore 10). Introdotta dal presidente della provincia di Milano Guido Podestà e posta sotto l'egida del Fondo per l'ambiente italiano, questa giornata di studio sarà l'occasione davvero di fare il punto della situazione e di tracciare la rotta per la riscossa del maniero che tanto incantò la giovane duchessa Beatrice.
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Info: www.comune.cusago.mi.it

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