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Questo articolo è stato pubblicato il 18 maggio 2012 alle ore 17:54.

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Percorso intimista di una ragazza di nome "Leonilde". Un nome che evoca la battaglia, e lei ne ha vinte tante. Ammaliante sequenza autobiografica che non si limita a restituire solo cronologia e fatti reali, bensì esplora zone d'ombra e bagliori di una donna che è stata sempre percepita come simbolo di rigore e autodeterminazione: Nilde Iotti. Tutto avviene in una stanza della memoria, rifugio dell'anima, sul fondale sedie antiche sospese di foggia polimorfa, testimonianza degli anni a Montecitorio, un registratore vintage, un vecchio pastrano da uomo appeso a una gruccia, cappelli di varia fattura, fanno da cornice e arredano i ricordi, i pensieri profondi della grande leader politica. Svincolata dal tailleur e lo chignon istituzionale, scoviamo l'altra Nilde.

Quella autentica: abitino modesto, piedi scalzi, denudata dell'immagine pubblica, squaderna a ruota libera la sua vita in un monologo interiore di rara intensità. Storia eccezionale di una donna normale. Assolo di originalità drammaturgica scritto da Sergio Claudio Perroni, sposa l'eleganza scenica del regista Roberto Andò al talento della protagonista Michela Cescon, che con toni e gestualità dolcemente estreme, libera le parole di Nilde, il suo spirito, la sua essenza, per farci penetrare la "sua vera voce". Veramente brava.

L'infanzia solcata dalla povertà, il papà ferroviere antifascista che la sprona agli studi per diventare qualcuno e la lascia orfana presto con l'eredità di un cappotto di lana che per anni indossò rovesciato, la mamma che aveva fatto solo la terza elementare e leggeva Guerra e Pace, gli anni dell'Università Cattolica di una ragazzina cresciuta troppo in fretta, l'elezione a ventisei anni nell'assemblea Costituente. L'amore da far perdere la testa per Palmiro Togliatti, lo storico capo del P.C.I., incontrato in ascensore a Montecitorio. Un colpo di fulmine: " Innamorarsi fu inevitabile, vivere insieme diventò indispensabile". Brucia di tenerezza e passione la loro favola militante, svetta sopra gli ostracismi e le polemiche, rimbalza ai nostri giorni smentendo gli insulsi e deliranti paragoni della Santanchè che la accomuna con la Minetti, fa pulsare il palcoscenico, vibrante di quell'esistenza e della sua necessità. Perfomance di parola che si ribalta nell'emozionale foga interpretativa della Cescon, lucida e poetica, nel mostrare il calore umano della prima donna italiana Presidente della Camera, la giovanetta di Reggio Emilia che se l'è sempre cavata da sola, diventata paladina dei diritti delle donne, il divorzio, l'aborto, a rendere vivo, presente, quanto mai esemplare nel circo dei politicanti di oggi, il cammino di una delle figure più simboliche e capaci della storia politica italiana. Cinquanta minuti di passione del vivere e di teatro coraggioso e intelligente, da non perdere.

"Leonilde-Storia eccezionale di una donna normale" di Sergio Claudio Perroni tratto dall'omonimo testo edito da Bompiani. Regia di Roberto Andò. Scene e costumi di Giovanni Carluccio. Musiche di Marco Betta. Luci di Franco Buzzanca. Interpretato da Michela Cescon. Produzione Teatro Stabile di Catania.

In scena fino al 27 maggio al Teatro Ambasciatori-Catania
5 /10 giugno in scena al Teatro India - Roma

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