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Questo articolo è stato pubblicato il 20 maggio 2012 alle ore 08:15.

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È un passaggio del Vangelo di Marco – il più breve e il primo che è stato scritto tra l'anno 65 e 75 – a ispirare l'ottavo Festival Biblico promosso dalla diocesi di Vicenza e dalla Società San Paolo. L'appuntamento internazionale ha assunto autorevolezza nella riflessione teologica e nel confronto tra laici e credenti sui temi della fede e sull'urgenza di conoscere la Bibbia, codice della cultura dell'Occidente. Autorevoli i centoventi protagonisti. Qualche nome: il sociologo Zygmunt Bauman, il cardinale di Hong Kong Joseph Zen, l'ambasciatore israeliano presso la Santa Sede Mordechay Lewy, il biblista belga Frédéric Manns, il ministro e storico Andrea Riccardi, il filosofo Silvano Petrosino, la suora americana Helen Prejean impegnata contro la pena di morte e autrice del romanzo Dead man walking (tradotto da Bompiani). È lei che ha ispirato l'omonimo film di Tim Robbins, che ha vinto l'Oscar nel 1995.
La scena del Vangelo di Marco racconta l'episodio di Gesù che si addormenta in barca mentre con gli apostoli attraversa il lago di Tiberiade. Si solleva una tempesta, la barca inizia a riempirsi d'acqua. I discepoli svegliano il maestro preoccupati: «Non t'importa che moriamo?». Gesù placa la bufera e pronuncia la frase: «Perché avete paura». Una situazione realistica che dallo scenario della Galilea si trasferisce in qualsiasi situazione presente. Non a caso proprio Bauman scrive che «la cosa che suscita più spavento è l'ubiquità delle paure; esse possono venir fuori da qualsiasi angolo o fessura della nostra casa... dal buio delle strade, dai bagliori degli schermi televisivi, dal posto di lavoro o dalla metropolitana, da coloro che conosciamo». La post-modernità ha moltiplicato l'insicurezza oggettiva (si parla di paura come fenomeno sociale), ma molto spesso essa parte da un'incertezza personale che ha origine nella solitudine come assenza di legami forti, di inquietudine esistenziale sul senso e il destino del proprio vivere. Lo psichiatra Eugenio Borgna approfondisce il tema ne La solitudine dell'anima (Feltrinelli) e il filosofo Danilo Zolo, autore del saggio Sulla paura (Feltrinelli), partendo da un'esperienza personale svela le dinamiche di fragilità, aggressività, pericolosità e potere della paura.
La speranza sa dominare, soppiantare e vincere la paura. Non si tratta di un sentimento e neppure di una prova di volontà quasi fosse un imperativo morale. Per la chiesa e i credenti è una virtù, più precisamente è una virtù teologale che l'uomo non può darsi da sé come invece avviene con la fortezza, la giustizia, la temperanza, la prudenza elogiate da Aristotele. La speranza cerca e vuole altri fondamenti rispetto alle capacità umane. Non è un caso, che si accompagni alla fede e alla carità come amore. Marc Bloch scrive nel saggio Il principio speranza: «L'importante è imparare a sperare... La filosofia avrà coscienza del domani, prenderà partito per il futuro, saprà della speranza, o non saprà più nulla». Ecco un motivo in più per guardare agli opposti paura-speranza confrontandosi con i testimoni del Festival Biblico e poter accogliere quel potente messaggio di papa Wojtyla che segnò l'inizio del suo pontificato: «Non abbiate paura. Aprite , anzi spalancate le porte a Cristo. Cristo sa cosa c'è dentro l'uomo. Solo lui lo sa».
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«Perché avete paura» (Mc 4,40). La speranza dalle Scritture, Festival Biblico 2012, ottava edizione 18-27 maggio in corso a Vicenza, Verona e altri 12 centri veneti.
Oggi Lectio Magistralis di Rosanna Virgili, biblista, su Noi speravamo, ma... (Lc. 24,21), ore 16, Villa San Fermo, Lonigo.
Giovedì 24 ore 21 nella Cattedrale di Vicenza «Omaggio al cardinal Martini. La speranza dalle Scritture». Intervengono Enzo Bianchi e Ferruccio de Bortoli. Proiezioni di interviste e interventi video del cardinale Carlo Maria Martini.
Per tutte le informazioni: www.festivalbiblico.it
il festival

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