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Questo articolo è stato pubblicato il 21 maggio 2012 alle ore 10:13.

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Non è certo facile reinterpretare Marguerite and Armand, anche per il solo fatto che la prima entrée è segnata dal nome di Rudolf Nureyev. Ora sul palcoscenico del Teatro alla Scala fino al 23 maggio, si alterna l'interpretazione delle étoile Roberto Bolle e Massimo Murru nel ruolo di Armand e di Svetlana Zakharova, splendida Marguerite sulle punte.

La coreografia di Grant Coyle riprende la versione originale di Frederick Ashton, nome intramontabile del balletto classico inglese, che compose la pièce come ultimo omaggio (dopo una lunga serie) alla sua musa, Margot Fonteyn, da cui traeva ispirazione e a cui affidava quasi sempre il ruolo da protagonista. Marguerite e Armand sono i protagonisti di una storia d'amore straziante, tratta da La signora delle camelie di Alexandre Dumas (figlio): sentimenti puri, ma anche tradimenti, gelosie e ripicche. Ora come nell'Ottocento, le relazioni umane sono pervase da trame non sempre lineari né tantomeno comprensibili e a volte è il destino a prendere il sopravvento, imboccando una strada senza via d'uscita. Come accade a Marguerite e come, inevitabilmente, paga Armand sulla sua pelle. Dietro le quinte, a scambiarsi la cassetta della pece prima di entrare in scena, anche Emanuela Montanari, Petra Conti e Marta Romagna, nel ruolo di Marguerite, ed Eris Nezha e Gabriele Corrado, nei panni di Armand.

Secondo atto, cambio di scena e d'umore. I colori del Concerto DSCH macchiano le quinte e inebriano la platea: D – S – C – H sta per «re – mi bemolle – do – si» ed è anche l'acronimo traslitterato in lingua tedesca del nome del compositore, Dmitrij Šostakovič. Una firma musicale d'autore, a cui il coreografo Alexei Ratmansky ha voluto, già dal titolo, dedicare il suo lavoro. Un momento di gioia, un coquillage di piccoli dettagli per puristi, come la scelta voluta di moderare i lift o le piccole e precise batteries durante l'Andante centrale. Il corpo di ballo della Scala carica ogni sfumatura, ogni piqué, ogni ballonné, arrivando a klimax topici di euforia, che esplodono in una fontana zampillante di gioia e speranza. Bello da vedere e da interiorizzare: perché di emozioni positive, in questo momento, ne abbiamo davvero tutti bisogno.

A dirigere orchestra e pulsioni dalla prima fila fino all'ultima poltrona in galleria, il direttore d'orchestra David Coleman, con un magistrale Davide Cabassi al pianoforte. Uno spettacolo dal grande contenuto espressivo, a cui ci si avvicina piano, con discrezione, ma anche con grande fiducia, come Franz Liszt (nell'arrangiamento eseguito da Dudley Simpson) riesce a fare con le sue note, seducendo e illudendo, per poi scendere giù oltre il confine dell'Odi et amo catulliano, dove i sentimenti si sovrappongono, cambiano forma e si vestono di nuovi significati. Giusto il tempo dell'intervallo per passare dal baratro alla vetta, con ritrovata positività, come suggerisce questa beneaugurante primavera. Sperando che sia anche propiziatorio.

Marguerite and Armand – Produzione del Teatro Musicale Accademico "Stanislavskij e Nemirovič-Dančenko" di Mosca
Coreografia: Frederick Ashton, ripresa da Grant Coyle. Musica: Franz Liszt. Arrangiamento: Dudley Simpson. Scene e costumi: Cecil Beaton. Luci: John B. Read. Tutti gli interpreti: Svetlana Zakharova, Roberto Bolle, Mick Zeni, Marta Romagna, Gabriele Corrado, Alessandro Grillo, Petra Conti, Eris Nezha, Emanuela Montanari, Massimo Murru, Andrea Volpintesta e il corpo di ballo del Teatro alla Scala.

Concerto DSCH – Nuova produzione Teatro alla Scala
Coreografia: Alexei Ratmansky. Musica: Dmitrij Šostakovič. Costumi: Holly Hynes. Luci: Mark Stanley. Tutti gli interpreti: Svetlana Zakharova, Eris Nezha, Alessandra Vassallo, Antonino Sutera, Federico Fresi, Francesca Podini, Gabriele Corrado, Antonella Albano, Maurizio Licitra, Claudio Coviello, Petra Conti, Eris Nezha, Stefania Ballone e il corpo di ballo del Teatro alla Scala

Orchestra del Teatro alla Scala
Direttore: David Coleman. Pianoforte: Davide Cabassi.
In scena dal 3 al 23 maggio al Teatro alla Scala di Milano.

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