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Questo articolo è stato pubblicato il 26 maggio 2012 alle ore 09:40.

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Dal Quartiere Latino della Parigi 1830 a San Giovani a Teduccio, periferia degradata della Napoli 1980, dai bohemiènne che vivono d'arte agli scugnizzi che tirano avanti a espedienti. La «Bohème» di Giacomo Puccini approda a Vigliena, in quello che era lo storico stabilimento Cirio del capoluogo partenopeo e oggi è una suggestiva location di archeologia industriale, per il nuovo, rivoluzionario allestimento proposto dal Teatro San Carlo.

Più che un allestimento, quella che domenica 27 maggio va in scena per la prima volta nei cosiddetti Laboratori artistici del Massimo napoletano di Vigliena è una vera e propria rilettura: nuovo il titolo - «La Bohème a Vigliena», appunto -, innovativa la formula organizzativa che in questi mesi di preparazione ha coinvolto i residenti dei quartieri di San Giovanni a Teduccio, Barra e Ponticelli.

Giudicate voi: un laboratorio intensivo di 15 giorni svoltosi nel mese di aprile, 23 partecipanti selezionati attraverso incontri coordinati con venti tra associazioni, scuole, parrocchie e cooperative del territorio, audizioni per i cantanti, scelti tra gli emergenti del panorama nazionale e alcuni diplomandi del conservatorio partenopeo di «San Pietro a Majella», venti tecnici delle maestranze del San Carlo coinvolti.

La genesi del progetto
L'iniziativa nasce infatti dopo una serie di incontri didattici e un laboratorio intensivo di formazione, a cura del regista Francesco Saponaro in collaborazione con istituzioni e associazioni attive sul territorio. Un percorso arricchito da improvvisazioni teatrali costruite sull'ascolto e analisi dei tragitti musicali e degli elementi narrativi che Puccini sviluppa: l'amore mancato, l'amicizia, la malattia, la tensione creativa giovanile, le difficoltà economiche e l'aggregazione sociale.

Un lavoro trasversale tra linguaggi espressivi che intercettano chiavi di lettura contemporanee per interpretare i grandi classici, comparando differenti forme dalla letteratura al teatro di prosa, dal cinema alle arti visive, con una particolare attenzione alla fotografia di cronaca che molta parte ha avuto nella sedimentazione della memoria degli anni Ottanta a Napoli. «Un lavoro in più fasi – spiega Saponaro - che sperimenta linguaggi diversi che sfrutta ed esalta gli spazi dei laboratori artistici di Vigliena, suggestiva e moderna struttura che nasce dalla riconversione degli stabilimenti ex Cirio, nella zona industriale di Napoli Est».

La funzione del coro
Un ruolo importante lo riveste il coro composto dai 23 partecipanti al laboratorio. A loro è affidato il compito di raccontare e rappresentare la vita del quartiere di San Giovanni: donne e avventori, lavoratori che rincasano a tarda sera, sottoproletariato urbano e giovani sfaccendati che vivono di espedienti. Tutto l'allestimento gioca sul coinvolgimento che unisce in un unico processo creativo la musica di Puccini e i giovani cantanti all'interno di uno spazio non convenzionale in cui i quattro atti dell'opera sono scanditi da veri e propri passaggi di ambiente tra i due piani del laboratorio di Vigliena.

Un team di fuoriclasse
Le musiche di Puccini saranno eseguite al pianoforte da Céline Berenguer. Lino Fiorito, Pasquale Mari e Daghi Rondanini, tre professionisti della scena e del cinema, fuoriclasse uniti da anni di lavoro e esperienze comuni proprio a partire dagli anni Ottanta (da Falso Movimento a Teatri Uniti), daranno il loro contributo fondamentale alle scene e ai costumi (Fiorito), alle luci (Mari) e al tappeto sonoro urbano e contemporaneo (Rondanini) che andrà a integrare le musiche.

«La Bohème a Vigliena»
Da «La Bohème» di Giacomo Puccini
Napoli, Laboratori artistici del Teatro San Carlo (ex Cirio)
Dal 27 maggio al 3 giugno 2012
Posto unico: 7 euro
Per informazioni: 081 7972331-412-468

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