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Questo articolo è stato pubblicato il 29 maggio 2012 alle ore 17:09.

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«Io amo i film Disney e pensavo che questo sarebbe potuto essere il miglior Disney di tutti i tempi, solo che avrebbe avuto la nostra musica. Sarebbe stato un mix gradevole. Però loro non volevano e, per fortuna, non sono stato io a decidere». A parlare è Paul McCartney che, una volta tanto in cinquant'anni di carriera gestita sempre con grande intuito e lucidità sopraffina, non aveva capito niente di quanto gli stava accadendo intorno. «Loro» sono il regista canadese George Dunning e l'art director tedesco Heinz Edelmann che all'inizio del 1968 avevano ricevuto un mandato piuttosto impegnativo: fare in modo che i Beatles onorassero il loro contratto con la United Artists con un terzo film.

Storie di ordinaria incomprensione dal set di uno degli esperimenti più intriganti di sempre del cinema d'animazione: il lungometraggio «Yellow Submarine», ispirato all'immaginario psichedelico innescato dai Fab Four nella seconda metà dei Sixties. Un trip di 89 minuti lontano anni luce dall'idea iniziale che si era fatto Paul su quanto una squadra di cartoonist avrebbe potuto fare con il materiale beatlesiano. Un manifesto pop-lisergico della controcultura hippie e freak che, dopo essere stato fuori catalogo per circa dieci anni, finalmente torna disponibile restaurato in dvd e blue ray.

La prima italiana. Chi volesse testare con un po' d'anticipo il risultato del lavoro certosino compiuto dai tecnici della Emi in sede di rimasterizzazione, lunedì 4 giugno può recarsi allo Spazio Oberdan della provincia di Milano dove, alle 20.30 e alle 22.30, avranno luogo due proiezioni in anteprima. Per tutti gli altri l'appuntamento nelle rivendite di dischi e dvd è per il 5 giugno, quando sarà possibile acquistare l'opera messa a nuovo in 4K digital resolution, formato che consente una risoluzione quattro volte maggiore dell'Hd. Lo stesso giorno sarà ripubblicato in edizione digipack Yellow Submarine Songtrack, l'album che racchiude tutti i brani del film.

Un restauro manuale. Per la delicata natura delle originali animazioni disegnate a mano, non è stato usato un software automatico per la pulizia delle immagini sulla pellicola ma un processo manuale, fotogramma per fotogramma. Il restauro porta la firma di Paul Rutan Jr. e del suo team di specialisti del Triage Motion Picture Services e Eque Inc.
Tra i contenuti bonus del dvd e Blu-ray, sono inclusi il «making of» intitolato «Mod Odyssey», i trailer cinematografici originali, il commento audio del produttore John Coates e dello stesso Edelmann, interviste alle persone coinvolte nella realizzazione del film, lo storyboard, 29 disegni originali e 30 foto dietro le quinte. Entrambe le versioni (sia il dvd che il blue ray) conterranno riproduzioni di fotogrammi del film e adesivi da collezione.

La benedizione di Mr. Pixar. Altra chicca dell'operazione: i testi del libretto che accompagna l'opera portano la firma di John Lasseter, papà della Pixar, regista di «Toy Story» che scopriamo grande estimatore dell'epopea del sottomarino giallo. «Sia come fan del cinema d'animazione – dichiara - che come filmmaker, mi tolgo il cappello davanti agli artisti che hanno realizzato "Yellow Submarine", che con il loro lavoro rivoluzionario hanno spianato la strada al mondo incredibilmente vario dell'animazione di cui tutti noi godiamo oggi». Un'operazione così rivoluzionaria che persino i Beatles – che pure ne erano gli ispiratori – avevano finito per sottovalutare.

Una «pratica» da archiviare. Il pensiero dei quattro di Liverpool, quando diedero il placet all'operazione, era infatti innanzitutto assolvere a un impegno con la United Artists con il minore dispendio di energie possibile.
La major americana reclamava un terzo film e offrirle la propria «icona» per produrre un cartoon significava archiviare la pratica senza sudare sette camicie davanti alla macchina da presa. Lo script del cartoon venne affidato a Erich Segal, più avanti divenuto celebre come autore del bestseller strappalacrime «Love Story». La regia e il coordinamento di un pool di abili disegnatori toccò a Dunning che già aveva collaborato alla serie tv a cartoni sui Beatles prodotta dalla americana Abc.
Gran parte della differenza, in ogni caso, la fece Edelmann con il tratto onirico delle sue illustrazioni. E quella innata capacità di fondere immaginario pop (nel film appaiono tra gli altri King Kong, l'Uomo Mascherato e Marilyn Monroe) e suggestioni vittoriane particolarmente British (basta guardare la sequenza di «Eleanor Rigby»).

Viaggio a Pepperland. Ne uscì fuori un piccolo capolavoro: la storia di un Eden musicale chiamato Pepperland che viene schiacciato dal giogo dei tristi Biechi Blu e della incredibile missione del sottomarino giallo mandato sulla terra a recuperare le uniche quattro persone capaci di riportarvi la musica e i colori. La storia di un viaggio impossibile attraverso sette mari immaginari popolati da creature improbabili, l'arrivo a Pepperland, l'apoteosi della Banda dei Cuori Solitari del Sergente Pepe che ha la meglio sui Biechi Blu. Verrebbe da chiedersi come sia stato possibile arrivare a concepire e mettere in fila tutte queste geniali assurdità. Ecco una plausibile risposta: «Venivano allo studio per parlare: "Ciao, John, vecchio mio. Hai qualche idea per il film?" Io gli sparavo tutta quella roba e loro l'hanno realizzata». Firmato John Winston Lennon.

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