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Questo articolo è stato pubblicato il 03 giugno 2012 alle ore 08:15.

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I mosaici sono dappertutto, sulle pareti, sui pavimenti, sul soffitto e sui complementi d'arredo, d'altro canto non potrebbe essere altrimenti, visto che ci troviamo negli uffici milanesi della Bisazza, l'azienda leader nella produzione del mosaico di vetro per la decorazione di interni, con casa madre a Montecchio, alle porte di Vicenza, e siti produttivi e showroom sparsi in tutto il globo. Un classico esempio di "eccellenza italiana" nel mondo.
L'incontro è con Rossella Bisazza alla vigilia di un passaggio importante per la storia aziendale, l'apertura al pubblico della Fondazione Bisazza, presso la sede di Montecchio.
Cominciamo dalla storia aziendale: quando, come e perché è nata la Bisazza?
«L'azienda venne fondata da mio padre Renato nel 1956 ad Alte di Montecchio, a quindici chilometri da Vicenza. Mio padre era un ingegnere con la passione per i vetri di Murano, e trovandosi a compiere un periodo d'apprendistato in un piccolo laboratorio di Treviso che realizzava mosaici in vetro, intuì che fosse possibile trasformare la produzione di mosaico in vetro dalla scala artigianale a quella industriale. Fondò così una sua azienda e creò macchinari speciali che permettono la produzione di mosaico a ciclo continuo».
Siamo alla vigilia del boom economico e il mosaico di vetro, particolarmente apprezzato per sua resistenza agli agenti atmosferici, viene richiesto in grandi quantità soprattutto per il rivestimento esterno degli edifici.
«Sì, mio padre cavalcò l'energia del boom, ma con un'intuizione in più. Riportare in vita le potenzialità estetiche dei mosaici».
Dunque Renato Bisazza non si limita a produrre mosaici in vetro su scala industriale ma vuole che questi mosaici ritrovino la loro antica e nobile bellezza.
«Proprio così – continua Rossella Bisazza – mio padre comprese al volo le grandi potenzialità estetiche che i mosaici potevano esprimere. Questo intuito lo premiò: negli anni Sessanta iniziarono le prime grandi commesse di rivestimenti di interi palazzi, non solo in Italia ma anche in Francia e persino a Hong Kong. Negli anni Settanta, le tecniche di produzione delle tessere si affinarono. Ma la svolta vera avvenne alla fine degli anni Ottanta, quando Alessandro Mendini introdusse l'uso del mosaico decorativo nel design».
Il punto di svolta della Bisazza avviene dunque con l'incontro con il designer Alessandro Mendini che diventa il direttore artistico del l'azienda vicentina, amplia la gamma dei colori, crea nuove miscele e soprattutto induce altri designer ad avvicinarsi al mosaico.
«Dopo Mendini, Fabio Novembre diventa il nuovo direttore artistico della Bisazza. Con lui il mosaico assume una dimensione tridimensionale, le superfici vengono rivestite come una pelle. La collaborazione con i grandi designer diventa per noi fondamentale, come anche l'utilizzo dei computer, per studiare nuovi orizzonti di creazione e decorazione».

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