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Questo articolo è stato pubblicato il 21 giugno 2012 alle ore 08:51.

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Quattro mesi fa ho scritto su queste colonne che IL è il più bel magazine del mondo. Ero consapevole che mi avrebbero dato di mitomane. Quattro mesi dopo, però, IL è stato insignito del premio Best Magazine of the Year 2012 (Members choice) agli SPD Awards di New York, gli Oscar internazionali della grafica assegnati dalla più prestigiosa associazione di art director del mondo.

Assieme a Bloomberg Businessweek, giudicato "Best Magazine" dalla giuria di esperti, IL è stato votato dai membri della Society of Publication Designers come rivista graficamente più bella dell'anno. A New York abbiamo vinto anche altri due premi: due medaglie d'argento per il redesign della rivista e per la grafica della sezione culturale Rane. Qualche settimana prima, Rane aveva vinto un premio come miglior sezione di magazine anche a Londra. Non avevo esagerato. IL è davvero la rivista più bella del mondo. Il merito è dell'art director Francesco Franchi e della squadra di grafici, illustratori e fotografi coordinati dalla redazione milanese di via Monte Rosa. Negli ultimi quattro mesi, come avete notato leggendo il nuovo IL, questo straordinario impatto grafico, infografico e fotografico è stato ulteriormente potenziato, grazie anche all'innesto in redazione di altri giovani designer e di nuovi illustratori (in questo numero c'è anche, per la prima volta, la bravissima Olimpia Zagnoli). Ma non c'è solo la confezione. La novità sono i contenuti. IL è diventato un magazine di idee. Di nuovo, non è megalomania.

I riconoscimenti internazionali, infatti, sono arrivati anche sui contenuti.
Una delegazione di Haaretz, il principale quotidiano israeliano, è venuta a Milano a conoscerci, a studiarci e a prenderci come modello per il rinnovo dell'offerta weekend di quello che è il più importante quotidiano del Grande Medio Oriente. Subito dopo, il giornalone israeliano ci ha chiesto i diritti di una doppia pagina del nostro World Report sulle elezioni in Egitto (avete capito bene: abbiamo fornito, qui dall'Italia, a un giornale israeliano una mappa informativa sulle elezioni egiziane) e poi anche dell'approfondimento sul Giubileo della Regina Elisabetta realizzato in collaborazione con ilPost.it. Il settimanale francese Feuilleton, invece, ci ha chiesto di pubblicare il bellissimo articolo di Roberto Saviano sulla nuova mafia latinoamericana pubblicato nello scorso numero e il reportage fotografico di Javier Arcenillas tra i sicari del Centroamerica scovato dal nostro photo editor Raffaele Vertaldi.

Per una rivista da leggere, oltre che da guardare, questi riconoscimenti di Haaretz e Feuilleton sono importanti tanto quanto i premi grafici vinti a New York e a Londra. La soddisfazione più grande è essere riusciti, in soli quattro numeri, a concentrare in un'unica rivista la più formidabile squadra di commentatori, giornalisti e giovani scrittori del panorama editoriale italiano: Andrea Romano, Francesco Costa, Francesco Pacifico, Alberto Flores d'Arcais, Leo Colombati, Stefano Pistolini, Paola Peduzzi, Michele Dalai, Mariarosa Mancuso, Francesco Bonami, Guido Vitiello, Filippo Sensi, Daniele Bellasio, Vincenzo Latronico, Roberto Saviano, Sofia Ventura, Mattia Feltri, Anna Zafesova, Andrea Tarabbia, Tatiana Boutourline, Pasquale Panella, Giampiero Mughini, Gianluca Violante, Luigi Zingales, Nathania Zevi, Antonio Sgobba, Rolla Scolari, Gianluigi Ricuperati, Michele Masneri, Camilla Baresani, Alberto Mingardi. Aggiungete la squadra di firme internazionali: Paul Berman, Jason Horowitz, Eliza Griswold, Philip Gourevitch, Mona Eltahawy, Raghuram G. Rajan. Non sono solo nomi. Sono idee, riflessioni, storie.
Ce la stiamo tirando troppo, vero. Ma proprio per questo, per smontarci la testa, abbiamo ideato un piccolo e perfido antidoto a pagina 12: Arianna Giorgia Bonazzi non mancherà di farcelo notare.

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