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Questo articolo è stato pubblicato il 27 giugno 2012 alle ore 14:12.

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Petros MarkarisPetros Markaris

Se la crisi greca è la metafora della tragedia del mondo moderno in mano alla finanza-casinò, Petros Markaris ne è il suo cantore più sensibile e ricercato. Dopo la descrizione del mondo dell'alta finanza con "Prestiti scaduti", primo tomo di una trilogia in programma sul tema, ora è la volta del giustiziere fiscale, una figura misteriosa, che minaccia gli evasori in Grecia se non faranno il loro dovere. Una sorta di Zorro in salsa mediterranea che azzardiamo potrebbe diventare presto un film di enorme successo popolare interpretato magari da Antonio Banderas.

La crisi greca è un simbolo economico e sociale della più ampia crisi dei debiti sovrani europei che a loro volta prendono le mosse dalle turbolenze create dalla finanza americana senza regole e dalla deregolamentazione del sistema bancario e borsistico iniziato ai tempi di Margareth Tatcher, quando si parlava del Big Bang a Londra. Un movimento ideologico liberista e monetarista poi ripreso dal presidente americano Ronald Reagan, che portò avanti un rivoluzione economica che si sperava avrebbe liberato energie potenziali per risollevare l'economia britannica ed americana e in ultima analisi quella globale. Non è andata esattamente così, e la crisi di oggi ne è la triste conferma.

Ma Petros Markaris, e qui sta il suo genio, non si limita a porre la crisi economica sullo sfondo di un classico giallo. In questa seconda opera della trilogia la crisi economica diventa essa stessa protagonista a testimonianza di cosa è successo alla sua piccola Grecia trasformata in una cavia di quel processo iniziato Oltreoceano. Come Shakespeare ha descritto in ogni commedia un elemento della natura umana, così Markaris riesce a spiegarci in termini letterari uno dei temi in cui si è declinato il bubbone pestilenziale che ha cambiato la vita di milioni di persone e che in Grecia sta vivendo un'esperienza sociale così dolorosa che potremmo paragonare solo a paesi del Terzo mondo. Anzi secondo alcuni analisti Atene si starebbe dirigendo verso condizioni da Terzo mondo come risultato delle politiche clientelari, corruzione, prestiti al consumo senza garanzie, spese olimpiche e di finanza allegra di due decenni scorsi.

Markaris, dopo la finanza drogata, questa volta parte dall'ingiustizia fiscale. Stavolta il suo commissario, Kostas Charitos, che nel frattempo ha dovuto cedere la sua mitica Mirafiori per una Seat, è alle prese con l'"Esattore nazionale", un misterioso personaggio che prima invia a noti evasori fiscali (che in Grecia sono un record europeo) una perentoria missiva in cui li invita a saldare quanto devono al fisco per ottenere un condono; poi, se e quando non ottemperano a quanto dovuto, trasforma il condono in una sorta di condono tombale, eliminandoli con una puntura di cicuta – lo stesso veleno che uccise il filosofo Socrate che preferì obbedire alle leggi e morire che andare in esilio. Con questi dubbi sistemi l'Esattore nazionale riesce però a far restituire alle casse del dissestato erario ellenico quasi otto milioni di euro in soli dieci giorni – la sua minaccia funziona perché chi ha fatto orecchie da mercante è davvero stato ucciso – e il popolo scende in piazza per inneggiare all'eroe, al nuovo salvatore della patria, che è riuscito là dove i governi hanno (forse volutamente visto lo stato delle finanza pubbliche) fallito. E il commissario Charitos, il Montalbano greco, deve combattere, come al solito, con le pressioni del potere politico che lo ostacolano (altrimenti non saremmo nel Mediterraneo), le rivalità degli altri corpi investigativi che ne vedono un pericoloso concorrente, le ambiguità di chi lo circonda e le sue stesse contraddizioni, convinto di dare la caccia a un assassino che, però, non sembra privo di ragioni apparentemente condivisibili. Markaris ha messo il dito nella piaga visto che ciò che ha reso insopportabile l'austerità greca è stata proprio la sua ineguaglianza sociale, con pensionati e dipendenti costretti a tagli pesanti del loro reddito mentre gli evasori scappavano dalle reti e dalle loro responsabilità sociali.

Petros Markaris, L'esattore, Bompiani, Traduzione di Andrea Di Gregorio, Collana Narratori stranieri, Pagine 340, Prezzo € 18,50 dal 27 giugno in libreria,

Petros Markaris sarà in Italia il 7 luglio (Premio Fregene), 8 luglio (Caffeina, Viterbo), 10 luglio (Milanesiana). È nato a Istanbul nel 1937. Ha collaborato con il regista Theo Angelopoulos a diverse sceneggiature, tra cui L'eternità e un giorno, Palma d'Oro a Cannes nel 1998. Bompiani ha pubblicato sei romanzi con protagonista il commissario Kostas Charitos, Ultime della notte (2000), Difesa a zona (2001), Si è suicidato il Che (2004), La lunga estate calda del commissario Charitos (2007), La balia (2009) e Prestiti scaduti (2011), la raccolta di racconti I labirinti di Atene (2008) e l'autobiografia Io e Kostas Charitos (2010).

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