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Questo articolo è stato pubblicato il 02 luglio 2012 alle ore 17:47.
Un canone sui pc per «assicurare il finanziamento del servizio pubblico audiovisivo». A gettare il sasso nello stagno è la ministra francese per la cultura, Aurélie Filippetti. «Si tratterà di una redevance (canone) per abitazione - ha spiegato la ministra - e non si pagherà evidentemente un canone in più se già si paga quello per la televisione» ma «occorre domandarsi se si debba porre un canone sui pc quando non si ha la tv?», ha poi aggiunto in modo interrogativo Filippetti sulle pagine di Le Figarò. Ma tant'è, anche in Francia la polemica è più che aperta. L'entourage della ministra ha poi precisato che al momento «si tratta di un'eventualità fra altre».
Il canone frutta a tutt'oggi in Francia 3,8 miliardi di euro e secondo alcuni studi l'estensione apporterebbe fino a 100 milioni di euro, anche se gli esperti del settore sono meno ottimisti e individuano un gettito intorno ai 20-30 milioni di euro di introiti. Secondo le stime della società degli autori Sacd, che da tempo chiede l'estensione, il gettito dovrebbe arrivare a una cinquantina di milioni di euro.
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