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Questo articolo è stato pubblicato il 06 luglio 2012 alle ore 13:30.

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Quanto è dolce e malinconico, l'amore profugo da cartolina, di " In Paris". Palcoscenico d'onore al Teatro di S. Nicolò, Spoleto Festival 2012, per la pièce multimediale, tratta da un racconto del premio Nobel Ivan Bunin e la regia e adattamento di uno dei più grandi registi russi d'avanguardia: Dmitry Krymov.

Parigi anni Trenta appare come un quadro vivente sulla scena mutevole, si racconta dell'incontro e la struggente storia d'amore tra un ex- generale dell'Armata Bianca fuggito dalla Russia e la giovane e bella cameriera Olga, sposa di un uomo fantasma partito per la guerra in Jugoslavia. A incarnare il generale esule, con tanto di cappottone e moustache, è un'icona della danza: Mikhail Baryshnikov, qui nelle vesti di attore, disinvolto e decisamente bravo, senza mai tradire la grazia e la mimica coreografica che gli derivano dal ballo. Il suo stile recitativo è delicato, una ventata di talento e charme, amplificato dalla sonorità dell'idioma russo (lo spettacolo è in lingua originale e francese sottotitolato).

L'effetto scenico è carismatico e sorprendente, i chiaroscuri, le vecchie foto e cartoline, dispensano un'immagine di una Parigi nostalgica e intima, come i due personaggi pervasi dall'assoluta solitudine esistenziale, quasi obbligati a intrecciare una relazione, per colmare il vuoto amaro di esilio e lontananza, che pervade chiunque, è costretto a vivere confinato. Krymov regista visionario e fantasioso, rende palpabile un'atmosfera surreale e onirica, permeata da inattesi giochi scenici: una sagoma di macchina cartonata con retro cartolina che gira sul palco, il ristorante con tavolo portatile, un cagnetto meccanizzato e dispettoso, il tutto si fonde tra ironia e interiorità, video, musica, poesia, danza, mimo e fotografia, mirando a sollecitare le percezioni sensoriali dello spettatore.

In Paris è un piccolo gioiello scenico dal respiro internazionale, un viaggio lirico e agrodolce, meditazione profonda sullo smarrimento e il raffronto tra diversi: lui è un anziano militare introverso che mangia, cabbage soup, Olga corpo e voce dell'intensa e duttile Anna Sinyakina, giovane e inquieta non vuole rinunciare ad amare. S'innamorano della desolazione che li accomuna, per non sentire ancora la privazione. I brevi dialoghi sono condotti come un gioco di scavo, tra ritrosia, voglia di guardarsi e abbracciarsi, tra pause e detto e non detto, che amplificano il pathos toccante della coppia. Mentre Olga con maestria da acrobata volteggia sospesa a testa in giù Mikail, sfodera all'epilogo, una sorpresa: ci concede pochi minuti della sua leggendaria danza, ondeggiando da torero con mantello rosso, in lotta contro la morte. E nonostante i sessantaquattro anni compiuti, è sempre un matador della scena. Standing ovation meritata per il gran finale.

" In Paris. A Play" dal racconto di Ivan Bunin. Regia, adattamento e musiche di Dmitry Krymov. Scenografia e costumi di Maria Tregubova. Luci di Damir Ismagilov. Suono e video Tei Blow. Coreografo Alexei Ratmansky. Interpreti: Mikhail Baryshnikov, Anna Sinyakina, Maxim Maminov, Maria Gulik, Polina Butko, Ossi Makkonen, Lasse Lindberg. Coproduzione Baryshnikov Arts Center, Dmitry Krymov Laboratory e The AG Foundation con The Korjaamo Culture Factory.

In scena dall'1 al 5 agosto Lincoln Center Festival – New York.

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