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Questo articolo è stato pubblicato il 12 luglio 2012 alle ore 17:18.

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Wassily Kandinsky al Museo Archeologico Regionale di Aosta, gli anni parigini e il rapporto con l'ItaliaWassily Kandinsky al Museo Archeologico Regionale di Aosta, gli anni parigini e il rapporto con l'Italia

Come i concetti di spiritualità e di astrattismo possano rientrare in un "codice" matematico. Come alle forme e ai materiali si concedano una sensibilità oltre l'apparenza. Nelle opere di Wassily Kandinsky c'è una osmosi fra le cosiddette arti classiche, come pittura e musica, e la geometria e le scienze, tanto che il pittore, fondatore dell'astrattismo, generalmente identificava i colori con il suono di uno strumento (quanto sottolineato nel Der Blaue Reiter).

L'esposizione di Aosta si focalizza sugli anni parigini e il rapporto con l'Italia, attraverso 40 lavori del pittore russo (molti dei quali per la prima volta in Italia) ma anche con quelli di artisti suoi contemporanei e non, che da lui seppero trovare ispirazione, da Joan Mirò con Peinture del 1953 a Jean Arp, da Luigi Veronesi ad Atanasio Soldati, fino all'estetologo-artista Gillo Dorfles presente con l'opera Senza Titolo del 1940, e molti altri ancora.

La produzione di un periodo che seppur fecondo (basti pensare ai 144 dipinti realizzati, 250 acquerelli ed un numero rilevante di disegni), è stato considerato fino a poco tempo fa di minore importanza rispetto alle opere della produzione tedesca. Kandinsky inizia a elaborare in scritti le teorie che aveva prodotto attraverso i suoi lavori realizzati soprattutto negli anni del Bauhaus mettendo a punto una estetica i cui temi essenziali saranno espressi nel saggio del 1925 intitolato Punto, Linea, Superficie in cui ogni oggetto apparentemente inanimato è dotato di un'anima, basti pensare alla stessa superficie della tela su cui dipinge «Per "superficie di fondo" si intende la superficie materiale destinata ad accogliere il contenuto dell'opera. La designeremo con la sigla SF. La SF schematica è delimitata da 2 linee orizzontali e da 2 verticali, che la definiscono come entità autonoma nel suo ambito. La SF, è essa stessa un essere vivente. Per chi non sia artista, questa affermazione può sembrare sconcertante. Ma bisogna certamente riconoscere che ogni artista sente il "respiro" della SF ancora inviolata - anche se inconsciamente - e che egli, ne sia più o meno cosciente, si sente responsabile di fronte a questo essere, e si rende conto che un oltraggio sconsiderato fatto ad esso avrebbe in sé qualcosa del delitto».

L'opera Noir bigarré (Nero screziato), tecnica mista su tela del 1935, è l' esempio esaustivo di quanto estrapolato dal manoscritto; in essa si mescolano geometria e natura rappresentate dalle tre figure al centro del dipinto che possono essere considerate forme embrionali insieme ai cerchi ed alle linee. Di particolare rilievo alcune delle ultime opere dipinte Isolation, tecnica mista su cartone del 1944; Au Milieu (Nel mezzo) olio su cartone su tela 1942; Voisinage (Vicinanza), olio su tela del 1939, provenienti da collezioni private. Oltre a Versunken (Immerso),uno degli acquerelli gouache a inchiostro su tela realizzati in Italia nel 1929. Nella bellissima serie di 12 incisioni Kleine Welten (Piccoli Mondi) del 1922, viene riproposto l'intero portfolio di litografie a colori che illustra una sorta di viaggio immaginifico a metà fra i velieri e gli argonauti.

Inoltre, l'evento espositivo ripropone la ricostruzione della Sala della Musica dell'Esposizione Internazionale di Architettura a Berlino del 1931 in cui, su bozzetto di Kandinsky si realizzò un murale in ceramica e con la collaborazione dello Sprengel Museum di Hannover è possibile immergersi in una sala espressamente dedicata, nella registrazione della "composizione scenica" di Kandinsky, Violett, con scenografie realizzate su suo disegno.

La rivalutazione di questa fase artistica del maestro russo coincide con la realizzazione della mostra intitolata "Kandinsky a Parigi" (1934-1944) al Guggenheim Museum di New York del 1985 e poi al Palazzo Reale di Milano e successivamente quella del 2007 ancora a Palazzo Reale di Milano, Kandinsky e l'astrattismo in Italia 1930-1950, che relazionava dialetticamente il pittore con quanto accadeva in Italia: «Proprio la rassegna milanese ha rappresentato un punto di partenza per un'analisi trasversale dell'astrattismo dove, in occasione della mostra al Museo Archeologico Regionale di Aosta, il magistero di Kandinsky si colloca al centro di un sistema articolato che coinvolge l'Italia, ma anche Parigi in un percorso che si dipana sino alla fine degli anni Settanta. Sono proprio gli anni trascorsi da Kandinsky a Parigi quelli che necessitano di una più attenta analisi critica. Le opere di questo periodo rappresentano una vera e propria svolta nell'indagine dell'artista rispetto agli anni del Bauhaus. Quella ricerca avrà effetti che si riflettono ancora oggi persino sulle più sofisticate ricerche nano tecnologiche», come sottolineato in catalogo del curatore della mostra, Alberto Fiz. L'esposizione è realizzata dell'Assessorato Istruzione e Cultura Regione Autonoma della Valle d'Aosta in collaborazione con la Fondazione Mazzotta di Milano.

Wassily Kandinsky e l'arte astratta tra Italia e Francia.
Aosta Museo Archeologico regionale
Fino al 21 ottobre 2012
www.regione.vda.it

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