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Questo articolo è stato pubblicato il 17 luglio 2012 alle ore 13:54.

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Erri De Luca, lo scrittore dalla prosa e dall'eloquio poetico, amante dell'ebraico, della Bibbia e della montagna si dà al cinema per la seconda volta. Dopo l'esordio dello scorso anno con il cortometraggio Di là dal vetro (presentato alle Giornate degli Autori di Venezia), in cui era interprete e sceneggiatore, l'autore di successi letterari come I pesci non chiudono gli occhi replica l'avventura interpretando e scrivendo una sceneggiatura basata sul suo racconto Il turno di notte lo fanno le stelle.

A guidare la macchina da presa si è messo Edoardo Ponti, figlio di Sophia Loren, che ha appena terminato le riprese sulle Dolomiti della Val di Fassa, in Trentino, insieme a Enrico Lo Verso, Nastassja Kinski (Il bacio della pantera), Julian Sands (Camera con vista) e lo stesso De Luca.

Lo Verso interpreta Michele, un uomo che ha subito un trapianto di cuore e che decide di scalare una montagna con una donna (Kinski) conosciuta in ospedale. Entrambi considerano quella risalita una pretesto per riprendere in mano le propria vite. Il corto, sostenuto dalla Trentino Film Commission, verrà presentato in anteprima al Festival Internazionale del Film di Roma (9-17 novembre).

De Luca, si sta dedicando al cinema: non è che un giorno la troveremo dietro la macchina da presa?
Assolutamente no, non ci si improvvisa registi, ho rispetto per un mestiere così complicato.

E con la recitazione come la mettiamo?
La parte che interpreto è piccolissima, vesto i panni del guardiano del rifugio, un vecchio amico di Michele. Impresto solo le mie quattro ossa, me lo hanno proposto e non mi sono tirato indietro, anche per favorire l'economia della produzione.

Comunque il cinema l'affascina.
Il cinema è il più bel regalo del Novecento, affascina chiunque. Poi sentire le proprie frasi pronunciate da un'attrice come Nastassja Kinski è superbo, non me lo sarei mai immaginato, nemmeno nei sogni più allucinati e febbrili.

Cosa rappresenta per lei Nastassja Kinski?
È una sorta di santino, di idolo, di statua del cinema. Il fatto che ritorni a girare dopo diversi anni di lontananza e abbia scelto questo progetto mi fa sentire come un petardo a Capodanno, è pura pirotecnia del destino.

Cosa si aspettava da Nastassja? E qual è stato il riscontro a riprese terminate?
Mi aspettavo qualità interpretative altissime, ma anche capricci, invece mi sono trovato davanti a una persona disciplinata e rigorosa, non pensavo che volesse affrontare certi rischi. Nastassja si è arrampicata su una parete rocciosa insieme a Lo Verso, chi poteva immaginare questa propensione di entrambi?

Quanto dobbiamo attendere per un film tratto da un suo romanzo?
Non lo so, non vado in giro per case di produzioni a proporre i miei titoli, non è il mio mestiere. Semplicemente attendo, se qualcuno è interessato si farà vivo. So che stanno opzionando i diritti de Il peso della farfalla.

Appartiene a quella schiera di autori che non permettono modifiche ai propri testi in caso di trasposizioni cinematografiche?
Una volta che i diritti vengono acquistati faccio un passo indietro, anche perché non viene tolto nulla alla mia scrittura. Mi fa piacere se mi viene chiesto di collaborare, ma la storia appartiene a chi la allestisce e a chi la immagina, non a chi l'ha scritta.

Una curiosità: ma questo corto non doveva essere diretto da Adriano Giannini?
Abbiamo avuto dei contrasti, così ci siamo separati. Il cinema è un po' così, un tira e molla.

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