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Questo articolo è stato pubblicato il 15 luglio 2012 alle ore 08:17.

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Fra le figure più rilevanti dell'Inghilterra del XIX secolo, il bicentenario di John Bright (1811-1889) è passato completamente sotto silenzio. A duecento e uno anni raggiunge le librerie una nuova biografia. L'autore è Bill Cash, parlamentare conservatore noto per le posizioni marcatamente euroscettiche. Il paradosso che tocchi a un Tory ergersi a difesa della memoria di un grande attivista liberale è presto sciolto: Bright era cugino del bisnonno. Per ammirare Bright, tuttavia, non c'è bisogno di essere un lontano parente. Come disse William Gladstone, celebrandolo dopo la morte alla Camera del Comuni, Bright «ha vissuto per testimoniare il trionfo pressoché di tutte le grandi cause per le quali aveva impegnato il suo cuore e la sua mente». Di tali trionfi, non fu mai solo uno spettatore.
Bright è una figura per certi versi emblematica del liberalismo inglese dell'epoca. Le sue idee si nutrivano del senso di esclusione che ne aveva segnato la giovinezza. Esclusione religiosa: era un quacchero che soffriva il monopolio della Chiesa d'Inghilterra. E esclusione politica: era un imprenditore manifatturiero, ai margini di un processo decisionale ancora saldamente in mano all'aristocrazia terriera.
La storia di Bright è inscindibile da quella di Richard Cobden. I due furono le voci della Anti-Corn Law League, fondata nel 1839 per promuovere l'abolizione dei dazi sul grano, portando a livello nazionale la protesta antiprotezionista germinata a Manchester. Disraeli liquidò la Lega come «scuola di Manchester», in onore delle «dottrine deleterie ma ben disciplinate» dei suoi avversari liberisti. Dice molto dell'intelligenza politica di Cobden e Bright che seppero trasformare l'insulto in complimento, medaglia al valore del loro essere outsider.
L'affiatamento fra i due era leggendario. Nei comizi, parlava sempre per primo Cobden, che presentava argomenti pacati e razionali. Poi toccava a Bright infiammare la platea («uno dei più dotati oratori politici britannici» per Marx, a Gladstone «pareva un profeta del vecchio testamento»). Entrambi in larga misura autodidatti, Cobden era stato un attento lettore di Adam Smith. Il nome del grande economista scozzese, invece, non appare mai nei discorsi di Bright che ci sono rimasti. Il suo era il liberalismo di un non conformista: personalità fortemente religiosa, insisteva perché la religione restasse fuori dal Parlamento. E sull'auspicata separazione fra Stato e Chiesa, modellava il suo modello di separazione fra politica ed economia. I quaccheri si opponevano all'interventismo economico, che pensavano avrebbe creato una rigida divisione fra cittadini di serie "A" e di serie "B", fra vincitori e perdenti dell'elargizione di privilegi da parte dello Stato. La stessa beneficenza doveva restare questione strettamente privata: tant'è che Bright, per tutta la vita un paladino delle classi umili, si oppose sempre alla regolamentazione dell'orario di lavoro per gli adulti, che avrebbe violato la libertà di contratto.
L'agitazione che portò all'abolizione dei dazi sul grano nel 1846, è un modello di organizzazione politica. Cobden e Bright finirono per sacrificare la vita (e, nel caso del primo, l'impresa) a una sorta di «mobilitazione permanente». Si consumarono nei comizi, nell'attività pubblicistica e parlamentare. L'esito è, ancora oggi, impressionante. Nel solo 1843, la Anti-Corn Law League distribuì opuscoli in oltre 9 milioni di copie (la popolazione di Inghilterra, Galles e Scozia raggiungeva appena i 20 milioni di persone). Fu la grande carestia irlandese a convincere il primo ministro Peel ad abolire i dazi sul grano, per facilitare l'importazione dagli Stati Uniti. Ma, senza Bright e Cobden, il superamento del protezionismo non sarebbe mai stato un'opzione concreta: sarebbero rimasto una "predica inutile" degli economisti classici. «Abbiamo insegnato al popolo di questo Paese il valore di un grande principio», disse Bright. Meno immediatamente utili furono altre prediche. Furono i principali critici della guerra di Crimea (a costo della propria popolarità: «i Manchesteriani sono gente coraggiosa», ammise per questo il «Times» che pure li aveva in uggia), misero costantemente in discussione l'impero britannico («un Governo assoluto fondato non sul consenso ma sulla conquista»), lottarono per la riduzione delle spese, a cominciare da quelle militari, per alleggerire il carico fiscale sulle classi produttive. Si divisero sulla Guerra di secessione negli Stati Uniti: col Nord – e stimato da Lincoln – Bright; col Sud, Cobden.
L'obiettivo politico di Cobden e Bright fu sempre l'abolizione di norme ingiuste, lo strumento la persuasione. Non c'erano altri mezzi accettabili, spiegava Bright: «la libertà è una cosa troppo preziosa e sacra per essere mai affidata alla custodia/tutela di un altro uomo». Come dire che la libertà sopravvive solo se gli individui imparano a esserne gelosi.
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Bill Cash, John Bright: Statesman,
Orator, Agitator, Tauris IB, Londra,
pagg. 328, £ 25,00

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