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Questo articolo è stato pubblicato il 20 luglio 2012 alle ore 12:39.

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Concerto della band inglese Kasabian con il leader Tom Meighan (Ansa)Concerto della band inglese Kasabian con il leader Tom Meighan (Ansa)

All'ippodromo del Galoppo corrono veloci e famelici come dei Velociraptor, titolo del loro ultimo album, i Kasabian. Tornati ad esibirsi a Milano dopo il sold out dello scorso novembre all'Alcatraz hanno confermato di non essere dei "dinosauri" come tanti che si vedono in giro nei tour ma una delle band indie rock più interessanti del panorama musicale internazionale. Esaltanti dal vivo celebrano vent'anni dopo dopo gli Oasis e i Blur una nuova britpop invasion che non disdegna contaminazioni con neopsichedelia, space rock, e rock elettrico facendone positiva macelleria musicale, in armeno il nome del gruppo significa macellaio.

Il brano di apertura "Days are forgotten" del concerto taglia un pezzo da "Immigrant Song" dei Led Zeppelin, il riff ipnotico di chitarra con voce in contro-tempo, e lo incolla in un contesto musicale più attuale. Lo stesso avviene con le citazioni per tromba di brani di colonne sonore di film celebri, dal "Padrino" a "Pulp Fiction", strappate a brandelli dal tessuto originario per ricrearne uno nuovo.

C'è un che di brutalità estetica iniziale in simili operazioni che nutrono e alimentano l'ispirazione del gruppo nato quindici anni fa a Leicester dall' intesa di Tom Meighan, cantante, e Sergio Pizzorno, seconda voce, chitarrista- autore di grande presenza scenica sul palco. Spicca la sua dinoccolata postura e tigrata camicia nella line up dove sono i due fondatori a dividersi il ruolo di front-man. La qualità e il volume del suono è davvero buona fin dal primo pezzo, cosa che raramente accade con altri gruppi che forse trascurano il sound check. In una poco incisiva estate musicale milanesi la serata di ieri è stata come un punto esclamativo, come quello che compare nel titolo del loro quarto e ultimo album, che non ammette repliche.

Perentori ma non mancano di ironia come si vede in coda al concerto: da solo Meighan canta una strofa di "She loves you" dei Beatles. E' un riferimento al finale brusco del concerto londinese di Bruce Springsteen e Paul McCartney, costretti a una conclusione forzata, dopo che lo scorso week end le autorità locali hanno staccato la corrente ad Hyde Park. Il motivo? Gli artisti alle 23 erano ancora sul palco, nonostante avessero concordato di chiudere la performance entro le 22.30. Almeno a Milano, che ha altri problemi a quell'ora si suona ancora.

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