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Questo articolo è stato pubblicato il 21 luglio 2012 alle ore 18:21.

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Bestbefore, quattro «Taxi Driver» bresciani in sorpasso sul circuito New WaveBestbefore, quattro «Taxi Driver» bresciani in sorpasso sul circuito New Wave

Parte questa settimana la rubrica Almost famous dedicata ai musicisti emergenti in cui si recensisce solo musica indipendente. Inviateci demo, Ep e album più o meno auto-prodotti all'indirizzo almostfamous.ilsole24ore@gmail.com. Parleremo di chi ha tante idee e pochi soldi per realizzarle. Spietatamente.

Ve lo ricordate Travis Bickle? Sì, proprio il cervellotico reduce del Vietnam interpretato da Robert De Niro in «Taxi Driver», l'alienazione fatta persona, lo schizoide con l'acconciatura moicana che alla fine lasciava esplodere in un bagno di sangue tutta la propria rabbia verso un mondo in cui non riusciva più a riconoscersi. Assomiglia un po' alla generazione dei 30-40enni di oggi, quelli del tipo: «Non sappiamo cosa vogliamo, ma qualcosa ci spinge a volere essere protagonisti a tutti i costi».

Almeno secondo l'analisi dei Bestbefore, band bresciana che alla generazione dei 30-40enni appartiene, si riconosce nell'immaginario musicale New Wave e viene da una lunga gavetta di cover di repertorio non scontato: Talking Heads, Depeche Mode, Pulp e compagnia. Hanno in uscita «Quattro», Ep d'esordio contenente altrettanti pezzi originali, testi in Italiano, arrangiamenti in sintonia con i Franz Ferdinand. E per graffiare i loro coetanei «integrati e contenti» sfoderano l'arma dell'ironia. Il lavoro si apre con «Assange», omaggio al fondatore di Wikileaks inteso come simbolo di ogni possibile rivolta contro la «democrazia catodica/ in tutto il mondo uguale». Dona ha una voce abbastanza riconoscibile e questo è un pregio, il batterista Gio e il bassista Matteo mostrano subito un notevole affiatamento nell'articolare la spina dorsale dei pezzi, mentre Michele sventaglia accordi di chitarra in levare in perfetto stile Glasgow. La morale della favola: «Vietato lamentarsi/ ché poi finisce male/ non serve scomodarsi/ nel regno animale». La seconda traccia passa, per così dire, dal politico al personale: «Schiuma» descrive la parabola di chi quindici o venti anni fa è partito incendiario e oggi è arrivato pompiere: «La schiuma di quei giorni è andata,/ resta la tivù,/ l'ufficio,/ l'automobile…».

È ancora una volta la favola amara di chi è stato alternativo ma ha dovuto scegliere l'integrazione. Non fa una bella figura, perché alla fine resta «solo un corpo preso a nolo». E il sound ruggisce in sottofondo. Bersaglio ben definito pure per la scanzonata «Moretti da 66», dedicata all'eletta schiera delle figlie di papà che non rinunciano a un sabato al centro sociale. Il bluff però prima o poi salta all'occhio: «Anche se vomiti nell'angolo/ come una musa di Tolouse Lautrec/ andrai a sciare a Courmayeur». E allora meglio ripiegare sulla familiare birra che sulla ragazza che ce la dà a bere. Pezzo orecchiabile e insieme raffinato. Chiusura dei giochi affidata a «Così che mi si vuole», summa minima e indispensabile della poetica Bestbefore. Il testo è infatti un campionario dell'omologazione contemporanea: «In giacca grigia e cravatta blu/ con il telefono sempre in mano» ma anche «L'aperitivo al Bildenberg/ poi tutti in coda si va in riviera». Quasi una rilettura in chiave Ventunesimo secolo della «Se produco sembra che convenga,/ se consumo sembra che convenga» dei Cccp che furono. I Bestbefore non ci stanno: «al matrimonio di Kate e William» loro avrebbero «voluto regalare la bomba». Per ora devono accontentarsi di sfrecciare in sorpasso sul circuito della New Wave italiana. È così che li si vuole.

Bestbefore
«Quattro»
Prodotto, registrato e mixato al Tup Studio di Brescia

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