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Questo articolo è stato pubblicato il 29 luglio 2012 alle ore 08:16.

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Nel 1943 i Fratelli Musulmani di Minya, una località 240 chilometri a sud del Cairo, aprono una sezione giovanile con un gruppo scout, un team sportivo e una compagnia teatrale. Nella città non c'è l'università e la maggior parte dei ragazzi interrompe gli studi superiori per entrare nel mondo del lavoro. Se il liceale Fathi Osman (1928-2010), di estrazione borghese e destinato a diventare un intellettuale di spicco, entra a far parte del movimento di Hasan al-Banna è per caso: solitario e avido lettore, è intrigato dal teatro.
La compagnia mette in scena testi di Abd al-Rahman, il fratello minore di al-Banna. Moralistici e a forti tinte religiose, gli spettacoli sono ambientati nell'Egitto fatimide del X secolo ma il protagonista si fa portavoce dei messaggi politici del leader dei Fratelli Musulmani: il mondo sta per essere travolto dalla decadenza, solo la giustizia sociale dell'Islam può salvarlo. In una cittadina con 45mila abitanti di cui un quinto copti, questi spettacoli attirano un pubblico variegato e rappresentano una prima esperienza per il quindicenne Osman.
Di questo personaggio liberale esce ora la biografia: l'amicizia e i contrasti con l'intellettuale radicale Seyyed Qutb, la prigionia e l'esilio. Le tesi di Osman sono moderate: l'Islam è flessibile e può accettare la modernità pur rimanendo autentico. Il pregio del volume, scritto dalla figlia ma rigoroso, è l'aver calato le vicende del protagonista nella storia dei Fratelli Musulmani e della repressione di regime. Dando qualche strumento in più per comprendere gli eventi in corso.
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Ghada Osman, A Journey in Islamic Thought. The Life of Fathi Osman,
I.B. Tauris, Londra, pagg. 286, £35,00

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