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Questo articolo è stato pubblicato il 31 luglio 2012 alle ore 17:29.

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Fang Lijun - 2006-2012 - olio su tela, cm 400 × 1050Fang Lijun - 2006-2012 - olio su tela, cm 400 × 1050

«Ci sono più cose in cielo e terra, Orazio di quanto ne sogni la tua filosofia» e proprio dalla citazione tratta dall'Amleto di Shakespeare che sembra muoversi l'idea dell'arte di Fang Lijun, nato nella Provincia di Hebei nel 1963, per l'evento che lo vede protagonista alla GAM (galleria d'arte moderna) di Torino. E di autentico evento si tratta; il più importante esponente cinese della corrente denominata Realismo cinico con più di cento mostre all' attivo per la prima volta chiamato ad esporre una personale in Italia. Trenta opere dalle dimensioni titaniche (basti pensare a 2005-2007, tela lunga 17 metri) realizzate dal 2006 ad oggi, alcune delle quali terminate in vista dell'esposizione negli spazi della galleria torinese che ha riservato all'artista orientale due sale l'Exibition Area e l' Underground Project.

Due ambienti che offrono una finestra sull'arte contemporanea orientale per sviscerare le tematiche a cui Lijun fa riferimento i "Cieli e l'Umanità" e il "destino e la morte". I soggetti ritratti sono nella maggior parte dei casi mostruose creature oniriche a volte inquietanti, sospese fra cielo e terra che rimandano ad una millenaria mitologia della suddivisione dei Cieli.
Un turbinio di tigri, moltitudini di insetti e di uomini dalle stesse fattezze che cercano in qualche modo di emergere o che staticamente fissano il vuoto inghiottiti da vortici spaziali a richiamare, nelle dimensioni e nella disposizione delle figure gli Shou juan ed i Li Zhou, i rotoli orizzontali e verticali sui quali si disegnava nell'epoca Song. La pittura nella concezione di questo paese, non si limita a rappresentare la realtà ma serve a darne una qualche interpretazione.

La collocazione dei lavori, secondo la filosofia di Lijun, non segue un preciso ordine cronologico, spesso le opere non hanno neanche un titolo ma si limitano ad essere siglate con date, una cifra stilistica quasi a indicare una drammaturgia che va al di là dell'opera stessa. Bisogna tuttavia prepararsi ad un sentimento di stupore quando ci si trova di fronte al dipinto 2006 - 2012; uno skyline di una città che oramai di futuristico non ha più nulla, (basti pensare ai progetti architettonici di Shangai) che sembra offrire il taglio dell'inquadratura di Blade Runner ; la sensazione è quella di tuffarsi nel vuoto, unendosi al volo spensierato di centinaia di farfalle variopinte: la leggerezza che coglie inevitabilmente a volte, e per fortuna, l'essere umano. 2007.4.6 è l'opera guida della mostra, un bambino disperato immerso nelle acque scure a simboleggiare l'umanità alle prese con le correnti della vita e l'ignoto che le si presenta dinanzi sottoforma di api.

Lavori di fronte ai quali ci si sente disorientati, spesso a disagio se non si è in possesso dei codici appropriati per poterli decifrare, poiché fanno capo ad una rivisitazione dell'arte classica orientale chiamata a racchiude in sé l'emblema identitario che definisce una civiltà. Fang Lijun in patria viene definito il "pollo fortunato" perché ha avuto la possibilità di formarsi a contatto con la vita reale e non celata dietro paraventi che lo proteggessero dalle esperienze (come quella di Piazza Tienanmen) che deve affrontare un artista per produrre un certo tipo di arte.

Produzioni a cui non è possibile accostarsi con i canoni utilizzati per decifrare quelle dell'occidente; dipinti che con la globalizzazione non hanno proprio niente a che vedere. L'elemento formale e quello concettuale sono l'uno indissolubilmente in rapporto all'altro, come a dire che bisogna avere precise nozioni per interpretare i lavori di Lijun perché visti solo nella loro forma estetica non possono assolutamente essere compresi. La mostra visitabile fino al 3° settembre è curata da Danilo Eccher Direttore della GAM ed è organizzata in collaborazione con importanti istituzioni cinesi fra le quali il NAMOC – Museo Nazionale di Pechino e, con il Minsheng Art Museum di Shangai.

Fang Lijun
Il precipizio sopra le nuvole

A cura di Danilo Eccher
GAM di Torino
fino al 30 settembre
www.gamtorino.it

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