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Questo articolo è stato pubblicato il 14 agosto 2012 alle ore 12:27.

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Aosta, ecco Wassily Kandinsky. L'arte astratta tra Italia e Francia. Siamo al Mar, il Museo Archeologico Regionale (fino al 21 ottobre 2012). Cinquanta opere tra dipinti a olio, acquarelli, disegni e incisioni firmate da uno tra i più celebrati artisti del ‘900, sono al centro dell’evento espositivo che offre un approfondimento tutto parigino, concentrandosi sugli anni in cui il maestro russo visse nella capitale francese (1933-1944). Nel suddetto periodo Kandinsky teorizzò e sviluppò un nuovo linguaggio, considerato la base della sua maturità artistica, che esplora regole geometriche e matematiche da applicare al fine di superare le forme tradizionali. Nelle sale del museo appaiono così in tutto il loro splendore il contrasto tra il bianco e il nero, la nitidezza dei segni, la precisione e l’assenza di qualsivoglia imprevisto. In due parole tutta la cifra stilistica di uno dei maggiori traghettatori dell’arte nella modernità.

www.regione.vda.it

Presso la Reggia di Venaria Reale, a Torino, rivive il lusso d’altri tempi nella mostra Fabergé alla Venaria. Il gioielliere degli ultimi Zar (fino al 9 novembre 2012). Tra ori, gemme e diamanti sarà possibile assistere alle magnifiche creazioni dell’orafo Carl Fabergé, autore dei preziosi gioielli di corte dell’epoca imperiale russa. L’eccezionale evento permette di ammirare una delle collezioni del genere più ricche al mondo. Il percorso espositivo si apre con scatole ornate di perle e pietre pregiate, tabacchiere con i ritratti della famiglia imperiale e portaoggetti con il monogramma dei Romanov. La seconda sezione presenta alcune delle tipologie più significative della produzione artistica e artigianale del maestro, realizzata nella grande bottega che costui aprì a Pietroburgo nel 1842, comprese alcune icone sacre costruite in oro, argento e smalto. Infine, l’ultima sezione è tutta sulle celeberrime “Uova imperiali”:  è possibile vedere dal vivo le tredici uova pasquali di Fabergè, delle quali nove commissionate dagli zar e, inoltre, il primo uovo ad essere creato, “l’Uovo con Gallina”, del 1885.

www.lavenariareale.it

A Genova, presso il Palazzo Ducale - Appartamento del Doge, c’è Yves Klein. Judo e Teatro. Corpo e Visioni (fino al 26 agosto 2012). Una mostra suggestiva, realizzata in occasione dei cinquant’anni dalla morte dell’artista francese. E anche se non  ci sono le preziose tele di Klein, che alle aste più rinomate raggiungono prezzi da capogiro, c’è molto altro: manoscritti, video, lettere, fotografie, materiali legati a performance e progetti mai realizzati. Persino una registrazione, con un monologo-confessione di Klein stesso. L'occasione è unica soprattutto perché permette d’incontrare Yves Klein nella sua veste di Judoka: è da lì e intorno a questa passione e disciplina che ruota lo spirito profondo di Klein, la sua arte e la sua interiorità. E poi ci sono 600 Kg del noto pigmento brevettato dall'artista – l'IKB, l'International Klein Blue, appunto - riversati in una vasca, all'interno della cappella, sotto gli affreschi seicenteschi, per un'installazione che è realizzata per la terza volta in assoluto e che Klein aveva definito come «proposizione monocroma esito del combattimento della linea con il colore». Estrema sintesi dell'entità monocroma del colore blu, concepito dall'artista come sinonimo della sensibilità pittorica allo stato di materia prima e della sua stessa immaterialità.

www.palazzoducale.genova.it

A Verona, presso il Centro Internazionale di Fotografia “Scavi Scaligeri” c’è Robert Capa. Retrospettiva (fino al 16 settembre 2012). Una ricca personale dedicata a uno dei più importanti e influenti fotografi del XX secolo. La mostra è realizzata da Magnum Photos, la famosa agenzia che lo stesso Capa aveva fondato nel 1947 con Henri Cartier-Bresson e David Seymour. Il percorso espositivo, costituito da 98 fotografie in bianco e nero, si apre con il primo reportage realizzato nel 1932 a Copenhagen durante una conferenza di Leon Trotsky, nel corso della quale il fuoriuscito russo mise a nudo, per la prima volta, la violenza dello stalinismo. Si ripercorrono poi, attraverso le dense immagini di Capa, gli anni del Fronte Popolare a Parigi, la guerra di Spagna, l’invasione giapponese della Cina, per arrivare allo scoppio della Seconda guerra mondiale, che il fotografo seguì sui diversi fronti di battaglia fino allo sbarco in Normandia e alla liberazione di Parigi. Seguono i suoi reportage in Unione Sovietica nel 1947 e in  Israele 1948, dove documenta la nascita dello stato ebraico, e quello in Indocina, dove perderà la vita saltando su una mina antiuomo il 25 maggio 1954.

www.comune.verona.it/scaviscaligeri

A Bologna, nel Palazzo Bentivoglio, c’è Dalla L a Dalla (fino al 30 settembre prossimo). Si tratta di una mostra che riunisce 18 opere di altrettanti artisti e nasce dalla collaborazione tra Spam Art, Insight Space Gallery e il Teatro del Navile di Bologna con cui Dalla e Marco Alemanno hanno collaborato per anni. Ciascun artista e' stato invitato a ispirarsi ad una delle canzoni del cantautore bolognese scomparso nel marzo scorso. Sono nate così 18 opere, stampate in digitale e montate su alluminio, tutte di grandezza identica (35x50 cm) che formano una galleria di immagini, desideri, emozioni, sentimenti e sogni legati alla musica del grande Lucio e al suo immaginario. Personaggi esclusi che a fatica riescono ad emergere dai cestini della vita o dai pensieri inconfessabili che l’inconscio e il pudore rimuovono. E nel riemergere, questi brani di vita, sembrano buffi, ironici, disperati e spudorati, pieni di sogni da realizzare. È la vita messa in musica, parlata, cantata da Lucio Dalla diviene, infine, arte.

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