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Questo articolo è stato pubblicato il 18 agosto 2012 alle ore 14:07.

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Trenta anni fa' il primo CD musicale a scopo commerciale, toccò agli ABBA, con l'album "The Visitors", aprire un'era. Una storia affascinante, quella del supporto digitale che ormai è entrato nelle nostre case. Il vinile ha lasciato gradualmente spazio al policarbonato, inventato dall'americana DuPont la quale, non a caso, fa della frase "the miracles of science" il proprio slogan. DuPont e Philips avevano unito gli sforzi ma l'azienda di Washington, rea di non avere compreso appieno il potenziale, decise di fare un passo indietro dopo avere analizzato i costi del progetto. I dati in possesso dei ricercatori delineavano il CD come un supporto capace di immagazzinare 600 Megabyte di dati e riprodurre oltre un'ora di musica, ovvero misure decisamente futuristiche per l'epoca (era il 1979).

Così subentrò la Sony – anch'essa impegnata in ricerche del tutto simili – fino ad arrivare alla produzione del primo CD musicale a scopi commerciali. Si trattò, come detto, del riversamento dell'album "The Visitor" degli ABBA, uscito su vinile il 30 novembre dell'anno precedente. Il primo CD, commercializzato in Giappone contestualmente al lettore fu però "52nd Street", di Billy Joel. Era il primo giorno di ottobre del 1982. Ad oggi sono stati venduti nel mondo oltre 200miliardi di quel supporto dal diametro di 120 millimetri capace di contenere fino a 99 minuti di musica e fino a 870 Megabyte di dati. Dimensioni e capacità sono lo standard deciso dalla Sony; la Philips aveva proposto un diametro di 115 millimetri e una capacità di 60 minuti.

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