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Questo articolo è stato pubblicato il 23 agosto 2012 alle ore 15:35.

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Una scena del film Madagascar 3Una scena del film Madagascar 3

L'estate sul grande schermo, si sa, è spesso sinonimo di cinema per ragazzi: se ultimamente sono uscite diverse commedie adolescenziali come «Diario di una schiappa 3» di David Bowers o «LOL» di Lisa Azuelos con protagonista Miley Cyrus, questa settimana è l'animazione la grande protagonista del weekend.

Dopo la presentazione al Giffoni Film Festival dello scorso luglio, arriva nelle sale «Madagascar 3», il terzo capitolo della saga con protagonisti il leone Alex e i suoi amici, firmata Dreamworks Animation.

Avevamo lasciato i quattro personaggi (oltre ad Alex, la giraffa Melman, l'ippopotamo Gloria e la zebra Marty) nella savana dell'Africa centrale, ma ora la nostalgia di New York City è troppo forte e i nostri eroi decidono di tornare negli Stati Uniti. Con una scelta geografica a dir poco curiosa, optano per raggiungere a nuoto Montecarlo dove potranno trovare i pinguini, in grado di far loro attraversare l'oceano in aeroplano. Le cose non andranno però come previsto e, per sfuggire a una spietata agente della polizia francese, saranno costretti a nascondersi tra gli animali di un circo itinerante.

Come già si evince dal soggetto, «Madagascar 3» appare decisamente confusionario e poco credibile, anche per i più piccoli: eppure, se da un lato questo è il suo principale limite (la sceneggiatura appare spesso più adatta a una puntata di una serie tv che a un lungometraggio vero e proprio), dall'altro è anche uno dei suoi pregi maggiori.

Privo di ogni vincolo narrativamente logico, il film dà libero sfogo all'estro degli animatori, tra trovate surreali e colori sgargianti che sembrano usciti da un caleidoscopio impazzito: con un ritmo costantemente forsennato, risulta l'episodio più divertente della trilogia e dopo un inizio a rilento cresce alla distanza anche grazie alla simpatica caratterizzazione dei nuovi personaggi, tra cui svetta il leone marino Stefano.

Diretto a quattro mani da Eric Darnell e Tom McGrath (con la collaborazione di Conrad Vernon), «Madagascar 3» conferma come la Dreamworks sappia sfruttare al meglio le potenzialità del 3d, tanto da farlo diventare il vero valore aggiunto della pellicola: in questo, lo studio di animazione digitale è apparso finora nettamente superiore rispetto ai "rivali" della Pixar, la cui prossima opera «Ribelle-The Brave» arriverà nelle nostre sale il 5 settembre.

Tra le nuove uscite di questo penultimo weekend di agosto, una menzione va anche a «Tutti i rumori del mare», esordio al lungometraggio di Federico Brugia, dopo tanti anni passati tra videoclip e spot pubblicitari, con protagonista Sebastiano Filocamo.

L'attore interpreta X, uomo privo d'identità con alle spalle un passato doloroso, che lavora per un'organizzazione criminale come traghettatore di merci e persone provenienti dall'Europa dell'Est. La sua attività procede senza intoppi fino a quando viene incaricato di portare da Budapest in Italia una ragazza di nome Nora, pronta per essere avviata alla prostituzione, ma in realtà desiderosa di avere un futuro migliore.

Interessante esempio di cinema indipendente nostrano (è frutto di una co-produzione tra varie case internazionali), «Tutti i rumori del mare» è un noir atipico, girato in digitale e segnato da atmosfere sospese e rarefatte.
Attraverso il ricorso a tematiche coraggiose e difficilmente digeribili, il film è un'opera prima molto diversa dagli esordi di casa nostra, solitamente ben più scanzonati, a cui siamo abituati ultimamente.

Nel cast, da segnalare la presenza di Orsi Tóth, premiata tra le Shooting Stars del cinema europeo al Festival di Berlino 2009, oltre alla partecipazione di Malika Ayane (moglie del regista e autrice della colonna sonora) e di Rocco Siffredi.

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