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Questo articolo è stato pubblicato il 30 agosto 2012 alle ore 19:36.

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Mentre si attende che Poppea porti la pioggia anche al Lido la mostra del cinema di Venezia si è avviata sotto i migliori auspici, con una calda accoglienza al film con cui il direttore Alberto Barbera ha voluto inaugurare il concorso, The reluctant fundamentalist dell'indiana Mira Nair.
La mostra targata Barbera si caratterizza per l'attenzione a temi scottanti. Nella pellicola della Nair l'incapacità di dialogo, la difficoltà a capire le ragioni dell'Altro, il mondo diviso a metà. Una precarietà resa ancora più pericolosa dagli sviluppi della crisi mediorientale e dalle incertezze che velano il futuro della cosiddetta primavera araba.

Ma l'opera della regista indiana non è l'unica ad affrontare argomenti sensibili. Si è già tanto (sin troppo) parlato dell'atteso film di Marco Bellocchio sulla morte di Eluana Englaro, anche se l'interessato ha più volte spiegato che il suo non è un film sulla vicenda Englaro in senso stretto, e oggi la Settimana della critica è stata avviata dalla proiezione di un progetto speciale, una pellicola collettiva (a episodi) realizzata da registi istraeliani e palestinesi che si snoda nel segno dell'acqua. Si intitola Water ed è un esperimento interessante, forse più per la valenza politica che per quella puramente cinematografica. E ancora è stato presentato un film breve di Salvatore Scimeca, Convitto Falcone, realizzato nel ventennale della strage di Capaci e destinato a fare un tour delle scuole in giro per l'Italia.

Insomma una mostra impegnata e sobria, in linea con il nuovo corso della politica italiana e infatti sembra piacere molto al presidente della Rai Annamaria Tarantola, presente anche oggi ad alcune proiezioni. Ma il festival è pur sempre una festa del cinema e dunque, seppure più in sordina rispetto ad edizioni a maggior tasso di spettacolarità, il glamour reclama il suo spazio. Per il Lido si aggira Miuccia Prada, in severo tailleur pantalone, impegnata nel progetto Miu Miu Women's Tales che propone di far emergere, attraverso i quattro short movies, lo specifico femminile nella visione della società e della politica. Naturalmente i corti sono firmati da quattro donne: Zoe Cassavetes, Lucrecia Martel, Giada Colagrande e Massy Tajedin.

Molte registe in concorso e una folta presenza femminile anche nelle giurie, dove spicca la bellezza perfetta di Laetitia Casta (ieri sera fasciata in un abito di pizzo trasparente) e il temperamento dell'artista serba Marina Abramovic. Alla cena che ha seguito il film d'inaugurazione le due, allo stesso tavolo, hanno chiaccherato fitto fitto a lungo. Scarsa invece al momento la partecipazione di starlette. Insomma, una mostra all'insegna dell'impegno e delle donne.
Ma da stasera via ai party. Archiviato quello pre-mostra sullo yacht di Lapo Elkann, è la volta della festa, esclusivissima, di Valentino. E al Lido si brinda da Lancia e DiSaronno. Per il primo anno c'è anche una tavola d'autore. Ai fornelli del Red carpet lounge di fronte al Casinò lo stellato Fabio Baldassarre del ristorante Unico di Milano.

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