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Questo articolo è stato pubblicato il 02 settembre 2012 alle ore 20:32.

Dopo un weekend pesante, per nomi e contenuti, ecco arrivare una commedia romantica inaspettata, Love is all you need di Susanne Bier. A leggere la trama sembra la sua solita tragedia: donna malata di cancro in chemio viene tradita dal marito prima del matrimonio della figlia. Poi ha un incidente d'auto col futuro consuocero (Pierce Brosnan).

La figlia (Molly Blixt Egelind) è una danese appassionata con un futuro marito che sembra non accorgersene, di mezzo ci sono comprimari di ogni tipo, dalla cognata dell'ex 007 (Paprika Steen, insopportabile e perciò straordinaria), che qui è un vedovo insidiato da lei da ben 26 anni, al cameriere-tutto fare (Ciro Petrone) che da Gomorra è passato a una costiera amalfitana molto glam.

Anders Thomas Jensen questa volta decide di virare a 180° il tono dei film di Susanne Bier, scrivendo per lei un film costantemente sopra le righe sull'amore e sulla vita di due strane famiglie danesi che si incontrano per un matrimonio in Italia. E riesce al Premio Oscar Susanne Bier quello in cui Woody Allen, in To Rome With Love, ha fallito miseramente: restituire del nostro paese un'immagine eccessiva e ridondante, ma senza prendersi sul serio.

Non lo fa la cineasta, non lo fanno i personaggi e persino gli spettatori italiani, nonostante la cartolina e gli spettatori, potranno irritarsi. Perché la regista sa mettere dentro questo film riflessioni originali - tutte concentrate nell'incantevole Trine Dyrholm - e tanta ironia, si diverte a giocare con la musica, riempiendo le sue immagini in movimento delle note dell'abusato, e per questo esilarante, That's Amore e rispolverando Sarà perché ti amo dei Ricchi e Poveri, tanto per dirne due.

Sembra, in molti momenti, la parodia del genere scandinavo - e ancor più danese - che prende ispirazione da Festen, in cui la tragedia lascia lo spazio a due momenti commoventi - il disvelamento del passato di Brosnan, la paura del futuro della Dyrholm - e all'ironia amara subentra un tono grottesco a tratti irresistibile. Ecco perché questo film, di fatto, non è analizzabile secondo le normali categorie critiche, ma va "vissuto" di pancia. Perché ti coinvolge emotivamente e ti riempie di sorrisi - un po' alla Mamma mia!, dove peraltro c'è sempre un Pierce Brosnan in gran forma - portando con sé una gioia di raccontare e fare cinema a cui non si può non perdonare tutto. E proprio con questa pellicola Susanne ci mostra un talento per la commedia che avevamo solo intuito (o meglio sperato) in alcune scene dei suoi precedenti film, in cui mostrava di possedere tempi e intuizioni del genere. In Italia questo film lo vedremo grazie a Teodora Film. E ci auguriamo vi piaccia come è piaciuto a noi.

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