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Questo articolo è stato pubblicato il 05 settembre 2012 alle ore 22:32.

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Marco Bellocchio e Toni Servillo (Space24)Marco Bellocchio e Toni Servillo (Space24)

Applausi misurati, nessuna protesta in sala mercoledì mattina per "Bella addormentata" di Marco Bellocchio, in concorso alla 69esima edizione della Mostra del cinema di Venezia. Ci si attendeva forse più clamore per il film ispirato alla vicenda di Eluana Englaro e quindi al tema dell'eutanasia e che aveva suscitato aspri dibattiti durante le riprese in Friuli, Forse si deve attendere la proiezione ufficiale di questa sera alle 19.30, vedremo.

L'opera inizia con un ossessivo tappeto mediatico sugli ultimi giorni della figlia di Beppino Englaro, trasportata alla clinica "La quiete" di Udine per sospendere l'alimentazione forzata. Stanno guardando le stesse immagini il senatore di Forza Italia, Uliano Beffardi (Toni Servillo) e sua figlia Maria (Alba Rohrwacher), ma con diversa partecipazione. Il deputato sembra assistere con malinconia e sofferenza, lacerato dal dubbio del voto sul caso Englaro a cui il partito lo richiama con insistenza, mentre Maria è rapita da un fervore cattolico, che la farà partire di lì a poco per il capoluogo friulano per ingrossare le fila di coloro che sostengono l'alimentazione di Eluana.

Parallelamente si snodano altre due vicende legate alla vita e alla morte: quella della Divina Madre e quella del medico Pallido (Pier Giorgio Bellocchio) e la tossicodipendente Rossa (Maya Sansa).

La Divina Madre (eccezionale Isabelle Huppert, anche lei nel possibile palmares come migliore interprete) è un'attrice francese di grandissimo successo che ha rinunciato alle scene per vegliare la figlia Rosa, in coma dopo un incidente. La Divina Madre a nulla pensa ormai se non alla speranza che Rosa esca dallo stato vegetativo in cui si trova, per questo si prostra in preghiere, cercando di farsi abbracciare da una fede che non possiede, circondata da un drappello di suorine che esorta a pregare sempre più forte. E' dimentica di tutto, del figlio Federico (Brenno Placido), della sua arte, del suo fascino, che ogni tanto le sovviene quando passa davanti a uno specchio.

Pallido incontra Rossa davanti all'ospedale in cui lavora, mentre lei tenta di rubargli dei soldi. I due si rincontreranno nei corridoi dell'ospedale, dove lei viene ricoverata e dove tenta di morire tagliandosi le vene, proprio davanti a Pallido.

La tensione aumenta nelle storie intrecciate man mano che si avvicina l'ora della probabile fine di Eluana. Il senatore Beffardo è tormentato da Il Persuasore (Gigio Morra), che lo richiama all'ordine: quello di votare contro la rimozione del sondino a Eluana. Beffardo, giunto a Roma, scende nella sauna del Senato, in una scena da basso impero romano, e cerca di condividere il proprio tormento con lo Psichiatra (un grande Roberto Herlitzka), che dispensa psicofarmaci a molti deputati, che si sentono dispersi. Federico per rapire la Divina Madre dallo stato di totale assenza nei suoi confronti cerca di staccare la spina alla sorella Rosa, mentre Maria si innamora di Roberto (Michele Riondino), fratello di un ragazzo che sostiene Beppino Englaro. Infine Pallido sorveglia caparbiamente Rossa perché non ritenti il suicidio al suo risveglio.

Bellocchio ha raccontato di aver pensato a questo film nel 2009, quando il caso Englaro lo aveva "aggredito, coinvolto con immagini e dibattiti". Poi con la giusta distanza ha ripreso l'argomento, arricchendolo di storie assieme agli sceneggiatori, Veronica Raimo e Stefano Rulli. "Non volevo affermare un principio o una tesi – ha spiegato Bellocchio -, anche se il film svela quello che penso sull'argomento. Ho lavorato su tutti i personaggi senza un atteggiamento di disprezzo o di condanna". Ma davanti a un eventuale senso di fastidio dell'ala cattolica il regista ha voluto sottolineare: "Io ho una posizione laica, non ho fede, ma guardo con vivo interesse chi ce l'ha. Sarebbe innaturale utilizzare questo film come una bandiera e non credo che la pellicola sia una minaccia al diritto di curare i propri cari in stato vegetativo".

Bellocchio ha voluto anche ricordare anche il Cardinal Carlo Maria martini, mancato il 31 agosto scorso. "La conclusione finale della vita del Cardinal Martini mi ha colpito, per il fatto che si fosse opposto all'accanimento terapeutico, anche se è in discussione in alcun modo la sua fede".

Prima di iniziare le riprese il regista emiliano ha voluto parlare con Beppino Englaro: "So che ha visto il film, ma lo dirà lui in occasione della presentazione della pellicola a Udine questo venerdì".

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