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Questo articolo è stato pubblicato il 06 settembre 2012 alle ore 23:14.

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Nella foto Roberto Bolle e Maria Eichwald (Foto Brescia-Amisano)Nella foto Roberto Bolle e Maria Eichwald (Foto Brescia-Amisano)

Esistono poche certe cose nella vita. Tra queste si conta anche la lacrima davanti a Onegin, romanzo in versi di Aleksander Puškin, successivamente coreografato da John Cranko: un'opera intramontabile per cui non smetteremo mai di commuoverci e di sperare in un epilogo migliore (sebbene sia stata letta e riletta e sebbene sia inequivocabilmente ingessata nella sua immutabilità narrativa).
Inizia così la nuova stagione del balletto del Teatro alla Scala, con le ciglia umide e le labbra tremanti per il dramma che ha esordito a Stoccarda nel 1965, che è passato a New York quattro anni dopo per le ultime modifiche e la scrittura della sua versione definitiva e che da allora non ha mai smesso di essere rappresentato. La causa è presto rintracciabile: ci sono spettacoli che vanno di moda e altri che le superano. In questo caso siamo davanti a un racconto che non scadrà mai, non stancherà mai e che non smetterà mai di essere attuale. D'ispirazione anche per Čajkovskij che ha intitolato a Evgenij Onegin un'opera lirica (di cui però, curiosamente, Cranko non si è servito, prediligendo altri suoi poemi sinfonici), per tutti gli artisti romantici e per i post-romantici fino ad oggi, accomunati dal comune disagio di essere nati nell'epoca sbagliata.

«Sono felice di riproporre Onegin alla Scala – commenta Roberto Bolle - Questo piccolo capolavoro di Cranko non finisce mai di affascinare il pubblico e, da interprete, continua a darmi emozioni fortissime. Di recente ho avuto modo di approfondire ulteriormente il personaggio a New York con l'American Ballet al fianco di Julie Kent. Onegin è un personaggio intenso, ricco di infinite sfumature che ricerco tra le pieghe più nascoste e ombrose del mio stesso carattere. Così diverso dai principi del repertorio classico e dagli eroi romantici che sono solito interpretare. E forse è anche per questo che mi è particolarmente caro».
Un protagonista dandy, stanco di emozioni spicciole e in cerca di stravolgenti passioni che non coglie, però, proprio quando gli passano davanti, tutto preso com'è dalla sua spasmodica ricerca interiore. Perché va bene che l'amore esiste, come ci dicono secoli di storia e di letteratura, ma non va sempre esattamente come vorremmo noi, o come vorrebbero il tormentato Onegin, la bella e integra Tat'jana, l'inconsapevole Ol'ga e il malcapitato Lenskij. Il destino prende la piega che vuole, a volte ci fa incontrare, scontrare, intrecciare, a volte combinando perfetti ritmi da metronomo, altre volte nei momenti più sbagliati possibile.

A mettere in scena i tre atti e sei quadri di sensazioni contrastanti, ben tre cast a intercambiarsi sulla scena. Nella recita di apertura del 7 settembre e nelle repliche del 10, 12 e 15 settembre, Onegin e Tat'jana saranno rispettivamente Roberto Bolle e Maria Eichwald, lui Étoile del Teatro alla Scala di Milano e Principal Dancer dell'American Ballet Theatre di New York, lei prima ballerina dello Stuttgarter Ballett. L'11, il 13 e 14 settembre sarà compito di Petra Conti ed Eris Nezha far rivivere la storia d'amore dei due protagonisti, mentre per le serate conclusive del 17 e 18 settembre saranno Emanuela Montanari e Thiago Soares a riscrivere la storia con una calligrafia da grand jeté, per spiccare sì il volo, ma non abbastanza per fuggire. Almeno non da se stessi.

Onegin
Coreografia: John Cranko, ripresa da Agneta Valcu e Victor Valcu. Supervisione coreografica: Reid Anderson. Proprietà dei diritti: Dieter Graefe. Musica: Pëtr Il'ič Čajkovskij. Elaborazione musicale: Kurt-Heinz Stolze. Orchestra dell'Accademia del Teatro alla Scala. Direttore d'orchestra: Mikhail Tatarnikov. Scene: Pierluigi Samaritani. Costumi: Pierluigi Samaritani e Roberta Guidi di Bagno. Luci: Steen Bjarke. Étoile: Roberto Bolle (7, 10, 12, 15 settembre). Artisti ospiti: Maria Eichwald (7, 10, 12, 15 settembre), Thiago Soares (17, 18 settembre).
In scena dal 7 al 18 settembre 2012 al Teatro alla Scala di Milano

www.teatroallascala.org

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