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Questo articolo è stato pubblicato il 15 settembre 2012 alle ore 20:29.

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Pier Paolo PasoliniPier Paolo Pasolini

Questa poesia è stata scritta da Pier Paolo Pasolini e dedicata a Giorgio Manacorda. Nonostante i vent'anni d'età che li separavano, Pasolini e Manacorda hanno avuto un rapporto molto stretto di amicizia: è stato infatti proprio Pasolini a scoprire Manacorda, a spingerlo alla scrittura e alla pubblicazione delle sue poesie. I due poeti si sono conosciuti nel 1963 e del loro rapporto di amicizia si parla anche in una "Nota" di Tutte le opere di Pier Paolo Pasolini a cura di Walter Siti (Meridiani, Mondadori, 2003) nel quale è menzionata anche la poesia, che però non è mai stata pubblicata da Pasolini e non è mai stata inserita in nessuna delle sue raccolte.

La "Nota" fa riferimento a tre giovani intellettuali: Federico Codignola, Alberto Scandone e appunto Giorgio Manacorda, che avevano fondato un'associazione politico-culturale, Nuova resistenza. Di Giorgio Manacorda, la Voland ha pubblicato il libro Il corridoio di legno, che segna il suo esordio nella narrativa al quale seguirà, nel 2013, un nuovo romanzo dal titolo Omicidio a Villa Ada. Una fiaba in nero. A «Pordenonelegge», Manacorda parteciperà a due incontri, entrambi il 23 settembre. Il primo, dal titolo "Gli anni di piombo tra fiction e realtà", sarà alle ore 17 e con lui interverrà anche Giorgio Vasta; il secondo, è previsto alle ore 19 e sarà dedicato alla Poesia e Manacorda leggerà alcuni dei suoi versi.

Due parole al ragazzo manacorda

di Pier Paolo Pasolini

Due parole, ingenue, al ragazzo Manacorda
C'è una gioia quasi sconosciuta,
a noi uomini, o competenti, o addetti
comunque ai lavori della "presenza del fuoco":
una gioia che ha, certamente, qualcosa di divino,
lo so, quella che fa sentire vicino quell'estraneo
che è il padre, in certi momenti, ai figli,
scoprendoli in questo… come si scopre
la bellezza di un rigagnolo d'acqua, una pianta,
in qualche vecchio paesaggio…
Ecco, in questa contemplazione di un miracolo,
di cui si può dire soltanto che c'è,
c'è sempre stato, e anch'esso passerà,
con le altre cose della vita – c'è quella gioia.
Sentirsi complice, o addirittura coautore di cose belle!
Soprattutto quando son opera di un ragazzo;
il che significa che il resto della vita
è in agguato, fresco, oltre ogni possibile sogno.

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