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Questo articolo è stato pubblicato il 18 settembre 2012 alle ore 13:10.

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Of Monsters and MenOf Monsters and Men

Dall'Islanda, la piccola vulcanica isola dell'estremo Nord, a distanza di decadi, arrivano dei nuovi fenomeni musicali in grado di scuotere il mainstream. E' successo negli anni '90 con Björk che ha ridefinito i canoni dell'elettronica, poi negli anni zero con i Sigur Ros che hanno aperto la via al post-rock.

Ora è la volta degli Of Monsters And Men, una band indie-popfolk, che si annuncia come la nuova eruzione islandese. Di scena l'altra sera al Teatro dell'Arte all'interno di Milano Settembre Musica hanno davvero entusiasmato e sorpreso.

Hanno infatti reinventato l'associazione "musica" e "Islanda" non più fatta di un immaginario sonoro rarefatto ed etereo, ma sulla scia degli Arcade Fire hanno elaborato un nuovo sound di maggior impatto emotivo. A esprimere bene queste sonorità è la loro hit "Little talks", che nel concerto milanese hanno eseguito in chiusura, una sintesi del loro stile fatto fiati e coretti con alternanza di voce femminile maschile che vanno infine a intrecciarsi. Il pezzo arrivato fino alla quinta posizione dei singoli alternative più venduti negli States pur mostrando l'indubbia influenza musicale degli Arcade Fire, aggiunge la novità, almeno per un gruppo islandese, di una carica più luminosa e solare. A conferma c'è stata la reazione di un pubblico milanese, spesso freddo e distaccato, davvero scaldato e partecipe come non mai. Formatisi a Reykjavik tre anni fa si è imposto grazie alla Rete, che si conferma elemento fondamentale per l'affermazione di nuove band, col video del singolo Little Talks con oltre dieci milioni di visualizzazioni.

Ma l'altra sera han dimostrato di non essere un fenomeno da studio o da Internet e di saper suonare dal vivo in maniera sorprendente per un gruppo giovane sulla scena da poco. La scaletta del concerto si è incentrata sull'album di esordio "My Head Is An Animal", le cui sonorità dal vivo riescono a riservare continue e piacevoli sorprese.
Ascoltarli è come osservare uno di quegli splendidi paesaggi unicamente islandesi la cui quiete viene turbata e spezzata da un momento all'altro, dalle esplosioni di suono, insieme melodiche e potenti. E' la forza della natura musicata, in forma folk, bene espressa dai fiati e dalle voci che nella piccola ma prestigiosa sala, vi suonò il grande Jimi Hendrix, hanno fatto udire cose mostruose e terribilmente umane.

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