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Questo articolo è stato pubblicato il 20 settembre 2012 alle ore 14:41.

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Il Festival internazionale della Musica MiTo, in pieno svolgimento mentre scrivo, ha riservato ai cultori milanesi del jazz contemporaneo uno dei migliori concerti degli ultimi vent'anni, che non si è potuto replicare a Torino a causa degli impegni dei musicisti. Protagonista, al Teatro Manzoni, un "dreamy quartet", un quartetto di sogno come dicono gli americani, formato da Michel Portal clarinetto, clarinetto basso, sax soprano e bandoneon; Pasquale Mirra vibrafono; Harrison Bankhead contrabbasso; Hamid Drake batteria e percussioni. Il gruppo si chiamava Michel Portal Rencontre in omaggio all'illustre interprete di musica accademica e personalità eccellente del jazz informale e dell'improvvisazione istantanea. Hamid Drake era arrivato dal Canada il giorno stesso del concerto e ripartiva il mattino seguente per Chicago.

Di ciascuno si devono dare alcune notizie indispensabili per capire la tipologia della performance. Per Michel Portal, 75 anni, soccorre la geografia. E' nato in Francia a Bayonne ai piedi dei Pirenei, a due passi dall'oceano Atlantico e a venti chilometri dal confine spagnolo. Ciò spiega le molteplici influenze che hanno fatto di lui, disposto per natura verso la musica accademica e allievo brillante di conservatorio, un interprete stimato di Mozart, Schumann, Brahms, Berg, in grado di suonare nello stesso tempo musica popolare basca, canzoni di autori anche neolatini, nonché jazz d'avanguardia del quale è diventato solista, compositore e improvvisatore poliedrico. Hamid Drake viene da Monroe in Louisiana e come musicista gravita intorno a Chicago e alla seconda generazione degli esponenti dell'Aacm. l'Associazione per il Progresso dei Musicisti Creativi fondata nel 1965 dal mitico pianista e compositore Muhal Richard Abrams. Dagli esperti più accreditati è considerato oggi (ha 57 anni) il migliore batterista in assoluto, erede con gli aggiornamenti opportuni di maestri quali Ed Blackwell e Max Roach. Anche Harrison Bankhead – definito – è legato a Chicago e all'Aacm. Con Drake collabora spesso, soprattutto nel trio della flautista Nicole Mitchell (già ospite due anni fa del MiTo con il Black Earth Ensemble), un tris d'assi americano per il quale si può sostenere che il jazz abbia ancora un futuro. Pasquale Mirra, infine, allievo di percussioni presso il Conservatorio di Salerno, laureato al Conservatorio di Bologna nel corso triennale di jazz, ha attirato durante i suoi pregevoli concerti l'attenzione di Drake che ha suonato con lui anche in duo, per cui Mirra ha perfezionato la propria attitudine alla musica improvvisata.

Il concerto milanese di questi campioni inizia con un brano di assaggio impostato e trainato da Portal. Poi i magnifici quattro continuano come se suonassero insieme da sempre. Si studiano, si cercano, si trovano intuendo l'uno le intenzioni dell'altro prima ancora che siano percettibili fisicamente. Così si realizza l'improvvisazione-composizione istantanea che è al tempo stesso autobiografia e dazione di sé anche nei confronti del pubblico che viene coinvolto e – per chi ci riesce – diventa esso pure attore e protagonista di quanto sta accadendo, in un presente continuo e in un clima meraviglioso. Man mano che il tempo e i suoni scorrono, si capisce che il testimone passa da Portal a Drake, assai più libero in una simile situazione piuttosto che in un gruppo organizzato: infatti profonde tutta la propria energia, la tecnica immensa e l'espressione. A un certo momento dà di piglio a un tamburello (si chiama così, ma questo ha un diametro di oltre mezzo metro) con il quale ingaggia un "contest" con Portal al limite dell'aggressione reciproca e gli spettatori vanno in visibilio. Ma ecco che Portal imbraccia il bandoneon e propone qualche dolce melodia popolare. Riprende lui la guida, l'improvvisazione diminuisce ma l'atmosfera incantevole non cambia. E' uno di quei rari concerti che si vorrebbe non finissero mai. La fine arriva in un momento qualsiasi, anzi è una specie di alt inatteso, seguito da un bis dove torna la composizione istantanea.Indimenticabile.

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