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Questo articolo è stato pubblicato il 21 settembre 2012 alle ore 10:05.

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Benjamin Lawsky forse non voleva scatenare una rissa tra authority. Ma il 42enne responsabile di uno dei più giovani organismi di vigilanza degli Stati Uniti ha fatto proprio questo quando ha accusato la banca britannica Standard Chartered del riciclaggio di 250 miliardi di dollari a vantaggio dell'Iran. StanChart è scesa a patti con Lawsky, che ha intascato una multa da 340 milioni. La sua aggressività ha però suscitato la costernazione, oltre che di StanChart, delle autorità federali, a cominciare dal Tesoro e dal suo ufficio dedicato agli asset internazionali (incaricato del rispetto di sanzioni e embarghi): erano a loro volta sulle piste della banca con tattiche più diplomatiche.

L'episodio, nonostante le proteste, rivela una realtà diffusa e che non cambierà facilmente: i conflitti tra authority, negli Stati Uniti, sono comuni almeno quanto la collaborazione. Una galassia di organismi, spesso in movimento, vigila sulle società finanziarie e sui mercati: la neo-authority di Lawsky è frutto d'una fusione tra l'ente statale sulle assicurazioni e quello dedito alle banche. Queste autorità operano in modo parallelo: la cooperazione è impossibile da prescrivere e solo in qualche caso scatta automaticamente (violazioni amministrative comportano esami di violazioni penali). Una situazione, secondo i critici, che genera eccessi di protagonismo e confusione, tra controllori e controllati. Che però trova anche i suoi strenui difensori: c'è chi sostiene che, con la concorrenza tra organismi, è più difficile sfuggire alle maglie dei controlli.

Sono due le grandi "classi" di autorità: federali e locali, con giurisdizioni che si sovrappongono. E sono proprio gli organismi locali a mostrare la maggior militanza: è il caso di Lawsky, ma anche delle procure generali degli Stati, soprattutto quelli con forte presenza della finanza quali New York (Lawsky ha sotto di sé oltre 4.000 istituzioni). Questi enti sono spesso elettivi o comunque nominati a livello locale, un elemento che li rende, nel bene e nel male, più reattivi. Nel decennio scorso fece storia il procuratore generale di New York Eliot Spitzer che costrinse le società di Wall Street a urgenti riforme sul conflitto d'interessi. L'attuale procuratore Eric Schneiderman ha fatto notizia aprendo indagini sulle pratiche fiscali del private equity. Le procure statali sono state inoltre all'avanguardia nelle inchieste sui mutui.

Le tensioni sono tuttavia in agguato a ogni livello. Solo tra i protagonisti federali si contano authority del calibro della Federal Reserve, del Dipartimento del Tesoro (con uffici quali l'Office of the comptroller of the currency, l'Occ), della Federal Deposit Insurance Corp e del Dipartimento della Giustizia, con procuratori federali e Fbi. Le banche straniere sono sotto la Fed, le americane, a seconda degli statuti, sotto la Fed e l'Occ. Le sigle su scala locale sono altrettante: gli Stati hanno Dipartimenti di servizi finanziari e a volte separate authority assicurative. Senza contare i procuratori generali e distrettuali. Le banche sono inoltre soggette alle autorità di mercato, quali la Sec, per la borsa, e la Cftc, sui derivati, che oggi guida l'inchiesta sulla manipolazione del Libor.

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