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Questo articolo è stato pubblicato il 07 ottobre 2012 alle ore 08:14.

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L'azione è una delle caratteristiche del genio. Gli splendidi pensieri che non trovano parole per esprimersi non sono propriamente pensieri artistici o letterari: sono semplicemente pensieri di una persona cosciente. Tre gradi vi sono riscontrabili: (1) la persona normale che poco riflette su quel che pensa e dice, della quale si può affermare che è in uno stato preriflessivo della vita cosciente; (2) il temperamento artistico passivo che fa affiorare alla coscienza i propri pensieri e sensazioni, e può godere di quel che sente solo perché lo sente, prescindendo dalla natura del sentimento: può godere della paura, dell'odio, del dolore semplicemente perché rappresentano oggetti della sua coscienza; (3) l'artista che trasferisce tutti questi elementi psichici oltre la coscienza, a un livello di espressione cosciente. In nessun luogo esistono Milton muti e ignorati. I Milton muti, e parimenti i Milton ignorati, sono un'assurdità. Parlare di un poeta silenzioso (come ha fatto, ad esempio, Wordsworth di suo fratello John) è sensato quanto parlare di un cantante muto.
La facoltà di scrivere poesia implica essenzialmente azione, ovvero consiste nello scrivere poesia, non nel sentirla, così come la facoltà di cantare comporta essenzialmente il dar voce a certe note, o la facoltà di parlare presuppone la pronuncia di suoni sillabici. Ogni persona ha momenti poetici e sentimenti "poetici" come i grandi poeti, altrimenti non vi sarebbe un pubblico per nessuna forma d'arte, né alcuna comprensione, anche se parziale, degli artisti. Se di Pascal esistessero solo i Pensieri, lo considereremmo un genio? Sì, perché esso, benché frammentario, si manifesta in modo evidente e sublime. Lo considereremmo un genio frammentario, e basta. Tutto qui.
Un uomo d'azione è un genio quando la sua azione, oltre che originale, è di successo, poiché il successo prova quanto esattamente valgano le forze sociali. Ed è nel suo agire sulle forze sociali che il genio attivo si manifesta.
È per questa ragione che Bismarck è un genio più grande di Napoleone; uomini come Napoleone sono i romantici dell'azione; in campo letterario, corrispondono a figure come quelle di Shelley e Hugo, uomini la cui azione è stata influente per il suo splendore, non per una disciplinata realizzazione. Tutti hanno trionfato, naturalmente, e Napoleone ha lasciato la sua impronta sulla posterità, così come Bismarck; in caso contrario, nessuno sarebbe stato un uomo di genio.
La pura notorietà non è espressione del genio. L'incendiario del tempio di Diana non influì minimamente sulla vita sociale. Questi uomini sono «nomen et preterea nihil», come Eco, nel verso del poeta.. (...).
Il fenomeno denominato fama è necessariamente vincolato al genio, ma non è necessario che la fama sia contemporanea all'uomo di genio. Questi può diventare famoso dopo morto; talvolta, molto dopo; anche se, in verità, ciò accade raramente. L'uomo di genio totalmente incompreso dal suo tempo è una favola dell'immaginario popolare. Blake ebbe una cerchia di ammiratori e di persone che lo compresero: e il suo è un esempio dei più estremi.
La fama dipende dal carattere rappresentativo del genio; la fama immediata o tardiva, dalla consistenza delle forze sociali che il genio rappresenta. (...) In una società, in qualsiasi epoca, agiscono tre gruppi di forze: (1) le forze che emanano dalla nazione come nazione; (2) le forze che emanano dalla nazione come nazione in un determinato periodo della sua civiltà, ossia le forze che caratterizzano non la vita nazionale, ma la vita civile, l'epoca internazionale cui appartiene la nazione e nella quale essa vive in quel particolare periodo; (3) le forze che emanano dalla nazione come società, cioè le eterne forze che tendono a conservarla come società e ne impediscono la dissoluzione; tali forze, costantemente minacciate di disintegrazione dagli altri gruppi, tendono costantemente a integrare in sé questa tendenza dissolvitrice. (...) Un uomo di genio, che rappresenti le forze del primo tipo precedentemente segnalate, interpreta il sentimento nazionale, e compare, in genere, all'ombra di un politico conservatore.
Un uomo di genio del secondo tipo si manifesta come un progressista, che vuole inserire il suo Paese nell'attività della civiltà che lo circonda; un esempio, per restare nella nostra epoca, lo offre, in Grecia, Venizelos, che ha integrato il suo Paese nella attuale civiltà generale del nostro tempo, rispetto alla quale la Grecia era in grande ritardo. L'uomo di genio del terzo tipo è, di solito, difficile da definire in termini di conservatorismo o di liberalismo, o di qualunque altra distinzione che implichi un riferimento al passato o al futuro.
Consideriamo il poeta in rapporto a queste forze sociali. Il poeta che rappresenta la vita nazionale si caratterizza, in genere, per una più o meno grande semplicità di stile, poiché scrive, istintivamente, per un pubblico più ampio di quello di qualsiasi altro poeta. Si adegua alle tradizioni, tanto popolari come colte; può seguire le canzoni popolari e il loro spirito, o le tradizioni classiche e le loro peculiarità. Scrive in forme note, e sia il popolare che il classico (essendo tradizionale) sono forme note. Questo tipo di poeta occupa, solitamente, il gradino più basso della scala, sebbene possa essere nel suo genere un grande. Una sua caratteristica distintiva gli impedisce di uscire da quest'ambito: l'incapacità di creare opere di grande respiro, virtù che è invece presente in altro tipo di poeta. Il poeta che segue le tendenze del suo tempo suole essere poco tradizionale e antipopolare nel suo stile? I romantici ne sono un esempio evidente, sebbene in qualche caso sia grande la loro simpatia per la democrazia e altre manifestazioni apparentemente popolari. (Il fatto è che la democrazia non è popolare). Il terzo tipo di poeta rappresenta le eterne forze che lottano per la coesione della società. Non è né un tipico seguace della tradizione, ma neppure un disertore. I più notevoli rappresentanti del terzo tipo sono nella poesia inglese Shakespeare e, ancor di più, Milton, che aveva in se la stoffa di un poeta più grande di Shakespeare perché più ampia la visione del suo progetto intellettuale e più acuta la coscienza della sua missione, per non parlare della sua integrità artistica e della sua autocoscienza, di molto superiori. L'espressione diretta dei sentimenti, la perfezione formale sono tipiche del primo tipo di poeti. La complessità dei sentimenti (?) caratterizza il secondo tipo. Il pensiero profondo, il carattere intuitivo e la costruzione perfetta di opere organizzate come un tutto denotano i poeti del terzo tipo. Goethe, Shakespeare e Milton ne sono i massimi esempi; in ognuno di essi predomina una delle tre caratteristiche già segnalate.