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Questo articolo è stato pubblicato il 13 ottobre 2012 alle ore 17:50.

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L'eccellenza della Compagnia è il primo dato da sottolineare. In continua crescita con la direzione artistica di Francesco Ventriglia, il MaggioDanza si può considerare ormai un ensemble competitivo, per tecnica, per qualità espressiva, per passione profusa, per progettualità, e per il sommarsi di titoli contemporanei in repertorio che permettono ai danzatori di plasmarsi su differenti cifre stilistiche.

Un vanto per il Comunale di Firenze e per la città, da esportare. Ulteriore motivo di prestigio è l'acquisizione della coreografia Sechs tänze concessa da un maestro assoluto della danza d'autore, il praghese Jiri Kylian, e ora rappresentata in un trittico che comprende altri due lavori di autori contemporanei: Les Noces del greco Andonis Foniadakis, e Annonciation del franco-albanese Angelin Preljocaj (già vista lo scorso anno).

In Sechs tänze con movimenti stravaganti, goffamente esagerati, Kylian crea una serie di azioni e di dinamiche musicali da piccola commedia umana alternando veloci passi a due, assoli, terzetti e quartetti su una drammaturgia di nonsenso. Sulle note delle "Sechs Tänze" di Mozart ridicolizza gli intrighi della vita di corte barocca, le relazioni pericolose che intercorrono tra uomini con parrucche incipriate e dame civettuole in biancheria intima d'epoca. In questo divertente quadro di schermaglie e seduzioni tra personaggi venati di follia, insolenti e timidi, prepotenti e vittime, Kylian inserisce siparietti da humor noir con fugaci apparizioni di corpi trafitti da lame di spada e battibecchi tra uomini in crinoline. Con finale tra scivolose bolle di sapone che calano dall'alto.

C'era viva attesa per la ricostruzione di Les Noces, gioiello anticipatore del neoclassicismo coreografico, creato nel 1923 da Bronislava Nijinska per i Ballets Russes, e ripreso nel corso del ‘900 da importanti creatori tra cui Béjart, Robbins, Kylian, Preljocaj, e di recente Bigonzetti. La nuova versione commissionata da Ventriglia al promettente Foniadakis, ha uno sviluppo serrato e ininterrotto che riscrive con un segno personale la geometrizzazione e la mistica rituale che pulsava nella partitura originale di Nijinska. La celebre "cantata con danze", con le note "fauve" rutilanti e cubiste, per la quale Stravinskij volle coro e voci in scena per celebrare il rito dove due giovani intimoriti si fanno sposi per il volere delle famiglie nell'antica Russia pagana, è trattata dal coreografo non seguendo la narrazione dei rituali matrimoniali (solo un pretesto per lo stesso compositore) ma esaltando la forza vitale e sfrenata dei corpi. La poderosa architettura corale, in cui la veloce composizione di quadri trattenuti e continuamente sciolti crea nuovi gruppi scultorei, si sviluppa in Foniadakis spingendo al massimo le potenzialità fisiche dei danzatori attorno, sopra, e sotto un lungo tavolo nuziale trasformato poi in talamo.

Lineare ed essenziale fino all'astrazione la coreografia folgora per coerenza e limpidezza di struttura, pulsazione simmetrica al respiro della musica. Il gioco ritmico e massiccio di blocchi e grandi masse (venti danzatori dai grigi, ma disturbanti, costumi striati) ben stagliate nello spazio, si consuma vorticoso fino al finale in cui la coppia abbracciata scivola inghiottita al centro del tavolo.

"Sechs tänze", "Annonciation", "Les Noces". Compagnia MaggioDanza del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino. Al Teatro Verdi di Firenze.

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