Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 14 ottobre 2012 alle ore 15:57.

My24

La valutazione in Francia è stata affidata a un'agenzia creata appositamente nel 2007, l'Aeres (Agence d'évaluation de la recherche et de l'enseignement supérieur). L'Aeres non effettua valutazioni di persone, che restano una prerogativa degli organismi da cui dipendono i ricercatori e i docenti. Dalla sua nascita ha valutato 4mila programmi di formazione universitaria e 3mila istituti di ricerca (che nel sistema francese sono spesso delle unità miste Cnrs-università, o Inserm-Università). In questo momento in Francia sono in corso gli stati generali della ricerca (www.assises-esr.fr) per fare il punto sulla situazione della ricerca e dell'insegnamento universitario; in questo contesto sono state avanzate diverse critiche all'Aeres. Il suo operato è stato messo in discussione (in particolare in un recente rapporto dell'Académie des sciences, che ne chiede la soppressione); una certa opacità nella creazione dei comitati, la distribuzione poco plausibile di voti troppo elevati, la creazione di uno strato burocratico che obbliga i ricercatori a produrre ulteriori rapporti oltre a quelli cui sono già sottoposti, le inevitabili lamentele di chi non è stato valutato bene, e la difficoltà di valutare nelle scienze umane sono gli argomenti ricorrenti. A fronte di questi si deve considerare come l'Aeres abbia creato la prima base di dati relativamente uniforme sul sistema di ricerca e insegnamento francese. Non si limita ad assegnare un voto, ma pubblica i rapporti qualitativi di valutazione.
Questo fa sì che sia largamente consultata e utilizzata dagli studenti e dalle loro famiglie al momento della scelta di una facoltà, dai ricercatori e dai docenti che vogliono orientare la propria carriera. Chiunque legga un rapporto qualitativo dell'Aeres può facilmente fare la tara di eventuali parzialità e andare al sodo (è un laboratorio dove si pubblica? L'attività è sparpagliata o coesa? Le pubblicazioni sono buone? È in grado di attrarre personalità internazionali?). Un altro vantaggio indiretto è a parere di chi scrive quello che viene considerato come un carico di lavoro supplementare: la redazione di un rapporto di ricerca a livello di laboratorio o dipartimento incita le persone a mettersi intorno a un tavolo e a riflettere sul proprio operato, un esercizio durante il quale si ottiene spesso un notevole e utile feedback. Va anche notato che il sistema francese prevede una complementarità e indipendenza degli attori principali: l'Aeres valuta ex post; la sua cugina Anr (Agence nationale de la recherche) valuta ex ante e finanzia i progetti di ricerca.
Quello che stupisce è come la comunità delle scienze umane non abbia trovato nel problema della valutazione una interessante sfida intellettuale e si sia sostanzialmente limitata a chiamarsi fuori dal gioco. Non sono a conoscenza di studi seri sul problema; fioccano gli aneddoti e le dichiarazioni tonitruanti. Si ode spesso una obiezione di principio all'idea stessa di valutazione. Ma l'obiezione non ha senso da un punto di vista etico; chiunque eserciti una funzione pubblica deve essere in grado di rendere conto di quanto sta facendo nel modo più oggettivo possibile. E l'obiezione non è seria nemmeno da un punto di vista teorico-pratico: dal fatto che sia difficile valutare non segue che non si possa, o non si debba valutare.
Segue invece che si debbano cercare dei metodi intelligenti di valutazione. Le scienze umane hanno certo dei problemi specifici, per esempio la dimensione media delle comunità e la reattività sono troppo piccole per l'uso delle comuni statistiche scientometriche o bibliometriche (indici di citazioni, eccetera), e creano continui conflitti di interessi nella creazione di comitati di pari. Sono problemi difficili? Vanno affrontati. Da qualche parte si deve cominciare, e continuare imparando dagli errori.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi