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Questo articolo è stato pubblicato il 22 ottobre 2012 alle ore 08:10.

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Herbert marcuse aveva ragione
Uno dei compiti del rock è quello di creare nostalgia. C'è un tipo di beatitudine che solo i suoni della propria giovinezza possono offrire. (Per me da Céline Dion in poi ha cominciato a mettersi male.) La venerazione per Springsteen è un grido contro lo scorrere del tempo. Ma il rock 'n' roll gioca un altro ruolo nella vita americana: dimostra che Herbert Marcuse aveva ragione. Non ci sarà nessuna rivoluzione in America. Questa società continuerà a contenere le sue contraddizioni senza risolverle, assorbirà l'opposizione e la ricompenserà, trasformerà il dissenso in cultura e commercio. L'errore di Marcuse era credere che fosse una cosa brutta. È una cosa bella, invece, perché ci risparmiamo gli strazi delle purificazioni politiche. Ma è anche comica, perché le canzoni di protesta diventano intrattenimento per i ricchi, e Bruce Springsteen l'idolo dell'élite. Il New Yorker lo ribadisce: è l'uomo meno pericoloso d'America. «In questo mondo così inquieto», come diceva una volta Tony Curtis a Marilyn Monroe, «è immorale possedere uno yacht con più di dodici cuccette».

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