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Questo articolo è stato pubblicato il 09 novembre 2012 alle ore 16:52.

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Il cinema di qualità non arriva in ItaliaIl cinema di qualità non arriva in Italia

Ci sono registi di talento, promotori di un cinema di ricerca, che in Italia, a differenza di quanto avviene in altri paesi, come la Francia o la Germania, non vengono distribuiti nelle sale, rimanendo sconosciuti al pubblico. Questo succede nonostante i festival cinematografici di tutto il mondo, inclusi quelli italiani, facciano a gara per aggiudicarsi le loro opere. Affronta questo tema "Il film in cui nuoto è una febbre – 10 registi fuori dagli schermi", un libro edito da Caratterimobili e curato da Luigi Abiusi.

Il libro, che contiene i testi di dodici critici cinematografici su dieci autori di culto, ci introduce ai lavori di registi come l'argentino Lisandro Alonso o il francese Bruno Dumont, il cui linguaggio è basato su un realismo, libero da giudizi, che risolve la verità delle cose all'interno dell'immagine stessa, la quale viene ad assumere un valore quasi metafisico. "Per me il cinema è ciò che permette di far posto allo straordinario nell'ordinario e di lasciar percepire ciò che vi è di divino negli uomini, di provarlo", ha detto Dumont. Invece, nei film del thailandese Apichatpong Weerasethakul, vincitore nel 2010 della Palma d'oro a Cannes con "Lo zio Boonmee che si ricorda le vite precedenti", si intrecciano elementi realistici con momenti visionari.

Nel libro si parla di un solo regista italiano, Davide Manuli, che nel 2012 ha diretto "La leggenda di Kaspar Hauser", film in cui l'indicibile viene illustrato con un registro anti-realistico e dove si segnalano, tra le altre, le prove d'attore di Silvia Calderoni e Fabrizio Gifuni. Gli altri registi proposti sono il filippino Lav Diaz, i francesi Olivier Assayas e Michel Gondry, l'austriaco Ulrich Seidl, la statunitense Kelly Reichardt e il greco Yorgos Lanthimos.
Difficile dire perchè questi registi, insieme ad altri, non trovino spazio nelle sale italiane. Può essere, come sostiene Abiusi nella prefazione, che le politiche culturali del nostro Paese concedano troppo alle logiche commerciali. O forse è colpa di scelte di distribuzione miopi o del fatto che il pubblico italiano sia poco attento ai film più sperimentali. Se le risposte possono essere molteplici, il libro ha il merito di porre il problema.

Il film in cui nuoto è una febbre – 10 registi fuori dagli schermi
a cura di Luigi Abiusi
autori: Luigi Abiusi, Michele Sardone, Simone Emiliani, Gemma Adesso, Giampiero Raganelli, Sara Sagrati, Alessandro Baratti, Giulio Sangiorgio, Matteo Marelli, Grazia Paganelli, Massimo Causo
postfazione di Roberto Silvestri
pagg. 163, euro 15
Caratterimobili

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