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Questo articolo è stato pubblicato il 09 novembre 2012 alle ore 17:51.

LONDRA - Nel 1839, quando vide una fotografia per la prima volta, l'artista francese Paul Delaroche dichiarò mestamente: "Da oggi la pittura é morta". Oggi sappiamo che Delaroche aveva torto perché era troppo pessimista. Una nuova mostra alla National Gallery di Londra punta invece tutto sull'ottimismo, sottolineando i legami positivi tra fotografia e pittura. La nuova arte non ha ucciso la vecchia ma l'ha influenzata, modificata, trasformata e spesso anche imitata. La tesi che la mostra propone è che l'ispirazione è stata reciproca e l'interazione del tutto benefica – e che il legame continuerà nonostante le nuove risorse tecniche e le continue innovazioni dell'era digitale.
La National Gallery dedica una mostra alle fotografie, piazzandole accanto ad alcuni dei capolavori pittorici piú preziosi della sua collezione. La mostra "Seduced by Art: Photography Past and Present" è divisa per generi, comuni a entrambe le discipline: i ritratti, la figura umana, le nature morte, i paesaggi. Ci sono molte opere di fotografi dell'Ottocento come Julia Margaret Cameron, una delle prime a considerarsi un'artista a pieno titolo, convinta che i suoi ritratti mostrassero "la vita interiore oltre che le fattezze della persona." E ci sono artisti contemporanei, come Sam Taylor-Wood, che utilizzano il video oltre alla macchina fotografica.
Eugene Delacroix fu uno dei primi pittori a sfruttare la fotografia per dipingere, commissionando foto di nudi da utilizzare come modelli veritieri. I suoi quadri, a loro volta, hanno ispirato e continuano a ispirare fotografi, come dimostrano due immagini contemporanee in mostra. L'opulenta "Morte di Sardanapalo" di Delacroix viene rivista da Jeff Wall nella gigantesca foto "The Destroyed Room" del 1978 come una stanza vuota e caotica, i detriti di un evento disastroso, dai colori altrettanto vivi del dipinto. Nell'obiettivo di Tom Hunter, invece, il quadro viene sintetizzato in un'unica potente immagine della donna accasciata sul letto a braccia aperte, "Death of Coltelli" del 2009.
Alcuni accostamenti sono arditi, come "Man with Octopus Tattoo" di Richard Learoyd, foto del 2011 di un uomo il cui corpo è coperto da un tatuaggio di una piovra, piazzata accanto a un'immagine del Lacoonte, la scultura ellenistica del prete troiano soffocato da un serpente marino. Altri sembrano un semplice e perfino banale omaggio a quadri del passato, come la foto "Keep them sweet" di Maisie Broadhead del 2010, un autoritratto con bambini ispirato alle Madonne seicentesche di Simon Vouet.
In alcuni casi invece il fotografo in modo geniale si ispira al quadro del passato reinventandolo e creando un'opera non solo di grande bellezza, ma in grado di comunicare un nuovo messaggio ed evocare un'atmosfera. Uno degli esempi piú riusciti è Ori Gersht, che prende un vaso di fiori ottocentesco di Henri Fantin-Latour e lo fa letteralmente a pezzi. Per realizzare l'immagine "Blow Up" del 2007, il fotografo israeliano ha congelato un mazzo di fiori con il nitrogeno liquido e innescato una carica esplosiva, cogliendo poi in una frazione di attimo il momento in cui i petali saltano in aria in mille frammenti.
Un altro accostamento trionfale è quello del grande quadro "La battaglia di Jemappes" di Emile-Jean-Horace Vernet del 1821, che mostra il caos di soldati, carri, cavalli e vettovaglie dopo lo scontro armato, posto vicino all'altrettanto monumentale foto di Luc Delahaye del 2001, dal titolo "US bombing on Taliban positions". Nella foto non c'è presenza umana, solo un vasto paesaggio e nel cielo il fumo acre della bomba sganciata in un attimo da un aereo giá lontano. Invece del tumulto di Vernet, un vuoto ancora piú angosciante che rivela la spietata rapiditá e devastante efficienza dei bombardamenti in Afghanistan. Arte e fotografia insieme, al meglio.
Seduced by Art: Photography Past and Present
National Gallery, Londra
Aperta fino al 20 gennaio 2013
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