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Questo articolo è stato pubblicato il 08 novembre 2012 alle ore 16:26.

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Al Festival dei Popoli gli «Indignados» di Tony Gatlif e tanto cinema italianoAl Festival dei Popoli gli «Indignados» di Tony Gatlif e tanto cinema italiano

A Firenze torna protagonista il cinema del reale: dal 10 al 17 novembre 2012 si svolgerà lungo le rive dell'Arno la 53ª edizione del Festival dei Popoli, una delle più importanti manifestazioni italiane interamente dedicate al documentario.

In calendario 74 titoli, suddivisi in diverse sezioni, che vanno dai due concorsi internazionali fino agli eventi speciali.

Tra i film più attesi spicca «Indignados» di Tony Gatlif, che verrà proiettato durante il pomeriggio della giornata d'apertura del festival alla presenza del regista algerino.

Ispirato al pamphlet del tedesco Stéphane Hessel, «Indignez-vous!», il film mescola finzione e documentario per raccontare conflitti e contraddizioni del mondo odierno: dagli accampamenti precari di clandestini nelle stazioni in disuso della Grecia fino alle tende dei senzatetto sui marciapiedi parigini, passando per le manifestazioni degli "indignados" spagnoli. La pellicola di Gatlif è inserita nel focus «Mo(vi)mento critico» con altri due lavori dalle tematiche simili: «155 Sold» del greco Georgios Panteleakis e «Ja arriba el temps de remenar les cireres» dello spagnolo Jorge Tur Moltó.

La serata inaugurale vedrà inoltre in programma «Anton Corbijn Inside Out» di Klaartje Quirijns, un ritratto intimo del noto fotografo e regista olandese, autore di film come «Control» (2007) e «The American» (2010). A seguire «Room 237» di Rodney Ascher, un film incentrato sull'ormai trentennale mito di «Shining» (1980) di Stanley Kubrick: ironico e provocatorio, «Room 237» unisce finzione e realtà, oltre a proporre, con voci fuori campo, interessanti interviste ai massimi studiosi dell'opera del grande regista americano.

I titoli del Concorso Internazionale Lungometraggi fanno davvero onore allo spirito della sezione, grazie alla loro provenienza eterogenea: dal giapponese «Chiri» di Naomi Kawase al siriano «As If We Were Catching a Cobra» di Hala Alabdalla, fino allo svizzero «Winter's Nomad» di Manuel von Stürler e al portoghese «Cama de gato» di Filipa Reis e João Miller Guerra. In competizione anche due pellicole italiane: «My Private Zoo» di Gianni Sirch e Ferruccio Gioia, ambientato in Sudafrica, e «SMS-Save My Soul» di Piergiorgio Curzi, incentrato su un curioso poeta contemporaneo.

Ai documentari di casa nostra sarà dedicata un' intera sezione, Panorama, nella quale si distingue «The Golden Temple» di Enrico Masi, che svela inquietanti retroscena sui cantieri delle recenti Olimpiadi londinesi.

Fuori concorso trovano spazio documentari scomodi e dai contenuti decisi, come «Capitaine Thomas Sankara» di Christophe Cupelin, parabola dell'uomo che fu presidente del Burkina Faso dal 1984 al 1987, e «Nuclear Nation», dove il giapponese Atsushi Fanahashi narra i dodici mesi post-Tsunami degli abitanti di un villaggio vicino a Fukushima.

Tra gli Eventi Speciali, invece, sono inseriti «My Father and the Man In Black» di Jonathan Holiff, una storia mai raccontata con protagonista Johnny Cash, e «Park Avenue» di Alex Gibney, una riflessione sul divario tra ricchi e poveri che prende come termine di paragone gli abitanti di due diverse zone di New York.

La sezione collaterale più suggestiva è Related to Me, in cui otto film riflettono su tematiche intime e personali, quali la descrizione di sé attraverso gli altri, l'autoritratto, il rapporto tra corpo e memoria e la definizione di una propria identità nel mondo contemporaneo: questa rassegna affianca la mostra «Francis Bacon e la e la condizione esistenziale nell'arte contemporanea», in programma a Palazzo Strozzi fino al 27 gennaio 2013.

Altra esibizione di rilievo è quella del fotografo Harry Benson, «Presidents»: una selezione di quindici scatti, esposti dal 9 al 22 novembre presso la galleria Tethys, che ritraggono gli ultimi undici presidenti degli Stati Uniti d'America.

In conclusione, da segnalare le due retrospettive di quest'anno: la prima su Andrés Di Tella, regista argentino che utilizza la cinepresa come un vero e proprio strumento di esplorazione; la seconda sul francese Raymond Depardon, autore di «Ian Palach» (1969) e di «Reporters» (1981), annunciato come l'ospite d'onore più importante del Festival dei Popoli 2012.

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