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Questo articolo è stato pubblicato il 09 novembre 2012 alle ore 18:20.

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«Quello che mi interessa vedere, una regola che vale anche per i miei film, è almeno una scena che colpisca il pubblico. Insomma voglio essere colpito da questa emozione. Nei miei giudizi non mi farò certo guidare dalla politica, ma da ciò che mi colpisce di un film». Lo ha detto il regista e sceneggiatore statunistense Jeff Nichols, il presidente della giuria internazionale del concorso di questa settima edizione del Festival Internazionale del Film di Roma che si apre stasera.

Dello stesso giudizio dall'attrice Valentina Cervi, giurata italiana: «non cercherò un film che sia qualcosa di nuovo a tutti costi, ma che mi commuova. Certo - ha aggiunto - sarò certamente condizionata dagli altri membri della giuria sperando che al di là dei singoli giudizi si possa alla fine scegliere un film all'unanimità».

Dallo scrittore e regista argentino Edgardo Cozarinsky invece voglia di originalità:"cerco di essere il più possibile un libro bianco: trovare e non cercare qualcosa che non sembri essere rifacimento di qualche altro film e, soprattutto, che abbia una risonanza in me anche dopo due o tre ore dopo la proiezione". Gli altri giurati di questa settima edizione del Festival di Roma sono: il regista e produttore russo di origine kazaka Timur Bekmambetov, il critico cinematografico e direttore di festival statunitense Chris Fujiwara, l'attrice iraniana Leila Hatami, il regista australiano P.J. Hogan e lo scrittore e regista argentino Edgardo Cozarinsky.

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