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Questo articolo è stato pubblicato il 13 novembre 2012 alle ore 13:39.

Nella foto la locandina del film di Umberto Lenzi "Milano odia: la polizia non può sparare", con Tomas MilanNella foto la locandina del film di Umberto Lenzi "Milano odia: la polizia non può sparare", con Tomas Milan

Mentre Roma punta sul red carpet, a Milano va in scena il cinema di serie B: proprio nei giorni in cui il Festival capitolino entra nel vivo, nel capoluogo lombardo si alza il sipario su una nuova manifestazione interamente dedicata alle produzioni italiane più popolari.
In programma a Palazzo Morando da mercoledì 14 a domenica 18 novembre, la prima edizione del B-Movie Festival si concentra sul cosiddetto "poliziottesco", genere sviluppatosi negli anni '70 che riprende dal poliziesco e dal noir intreccio e scene d'azione, inserendoli in un contesto ispirato ai fatti di cronaca dell'epoca.

Attraverso una scelta di titoli ambientati a Milano, gli organizzatori vogliono offrire al pubblico uno sguardo su una città ricca di sfumature e contraddizioni, molto diversa da quella odierna, dove la lotta tra criminalità e giustizia era sempre all'ordine del giorno.
Come apertura verrà proposto «Un volto tra la folla» (2008), un documentario su Franco Gasparri realizzato dalla figlia Stella, cui farà seguito la pellicola che rese lo stesso attore una delle stelle del poliziottesco: «Mark il poliziotto» (1975) di Stelvio Massi, film ricordato anche per il ruolo del malavitoso Gruber affidato al noto pugile Juan Carlos Duran.

La serata successiva vedrà protagonista il regista Sergio Martino, prima con un incontro guidato da Claudio Bartolini, poi con la proiezione di uno dei suoi lavori più famosi: «Milano trema: la polizia vuole giustizia» del 1973.
Tra gli autori più importanti che si sono cimentati nel polizi(ott)esco non si può non citare Carlo Lizzani, vero e proprio pioniere del genere con il suo «Banditi a Milano» del 1968: il film, ispirato alle gesta della Banda Cavaliero che insanguinò le vie della città nell'autunno del '67, è in programma venerdì 16 ottobre.

Nel weekend, da segnalare la presenza del regista Umberto Lenzi, al quale sarà interamente dedicata la quarta giornata del Festival: prima con la presentazione del suo ultimo libro («Spiaggia a mano armata»), poi con una conferenza sulla storia del cinema di genere e, infine, con «Milano odia: la polizia non può sparare» (1974), una delle sue opere più significative con Tomas Milian nel ruolo principale, a cui seguirà il documentario «Italia 70: il cinema a mano armata» (2004) di Max Croci e Steve della Casa.

Come film di chiusura della rassegna è stato scelto «Il grande racket» (1976) di Enzo Castellari, regista (che incontrerà il pubblico meneghino alle 18.30) particolarmente amato da Quentin Tarantino.

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