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Questo articolo è stato pubblicato il 18 novembre 2012 alle ore 08:15.

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Il 2 dicembre del 1942, 70 anni fa dunque, un nuovo tipo di impianto produttore di energia mostrò di poter funzionare con una tecnologia senza precedenti: era il reattore nucleare di Chicago – "Chicago Pile" – installato sotto lo stadio ed elaborato presso il Met Lab (Laboratorio Metallurgico) dell'Università. Lo staff diffuse la notizia ai fedelissimi con un telegramma in codice: «Il navigatore italiano è arrivato nel Nuovo Mondo»: il navigatore era Enrico Fermi, il Nuovo Mondo era quello dell'energia nucleare per usi pacifici. Fermi, regalato dall'Italia agli Usa con le leggi razziali, fresco di Nobel per le sue scoperte sui neutroni lenti, si era rifugiato nell'accogliente Università di Columbia e da lì era passato a Chicago. Le scoperte sono frutto del genio ma il loro uso tecnologico richiede un talento molto superiore: Edoardo Amaldi, che di Fermi era fedele discepolo e amico, diceva che, chiedendo al Maestro come aveva fatto a capire ciò che si poteva ottenere e come, Fermi rispondeva sorridendo: Cif!, che stava per Con intuito fenomenale. In effetti, per concepire una struttura come un reattore, nel 1942, bisognava avere una visione mentale dei problemi che percepisse il mondo microscopico come una realtà visibile sotto i propri occhi. Vivendo vicino a loro, i ragazzi di via Panisperna, all'epoca in cui avevano potuto incontrarsi di nuovo, negli anni Cinquanta, ho potuto godere personalmente della prodigiosa gratificazione che procura il Cif; ma Fermi, che sarebbe scomparso già nel 1954, era indubbiamente un unicum "fenomenale", sebbene in competizione con allievi come Bruno Pontevorvo (centenario nel 1913!) e complessi outsider come Ettore Majorana.
Una guerra, cruenta e odiosa per la dichiarata pretesa di conquista del mondo intero da parte di tiranni incuranti delle stragi e razzisti, aveva dato una svolta mostruosa alla storia del mondo. Ma non sarebbe giusto riesumare in questo anniversario l'esecrabile continuità tra gli usi civili e gli usi militari dell'energia atomica: la storia ha sempre le diramazioni infamanti, dalla scoperta del fuoco in poi. Meglio faremmo, oggi, a riflettere sulla nostra degenerazione culturale e su quanto poco Cif è rimasto negli individui di tutte le età: il Paese ha sprecato ricordi e risorse come se fosse rimasto in mano a una civiltà trogloditica, nonostante l'esempio di capacità diffuse come quelle mostrate nella ricostruzione postbellica, poi sopraffatta da ideologie, speculazioni e irrigidimenti burocratici. Da lì, dobbiamo ripartire.
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