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Questo articolo è stato pubblicato il 19 novembre 2012 alle ore 11:40.

Se si votasse oggi, il Labour vincerebbe le elezioni nel Regno Unito, con un gran distacco sui conservatori. Ma il suo leader, il quarantaduenne Ed Miliband, non convince l'elettorato: i sondaggi dicono che soltanto il 30 per cento degli inglesi pensa che sia in grado di fare il primo ministro. È un problema di leadership, prima di tutto, ma anche di idee.

Sulla prima questione non c'è molto da fare, soprattutto se ancora, dopo due anni dall'elezione, si deve precisare che Miliband è Ed e non il più noto fratello David, miseramente tradito davanti a tutti nella corsa alla guida del Labour nel 2010. Ed Miliband allora lavora sulle idee: prima ha tolto l'etichetta "New" al Labour, straziando l'eredità blairiana; poi ci ha messo un'etichetta "Old", flirtando con i sindacati (e da sempre lui è "Red Ed", Ed il rosso); infine ha optato per il "One nation" Labour, ispirandosi nientemeno che al mitico premier conservatore Benjamin Disraeli.

L'ultima versione del laburismo di Ed Miliband è quella più concreta, più moderata, più progressista. I laburisti hanno renzianamente capito che il ritorno al passato socialista non soltanto non pagava in termini di elettorato, ma non poteva reggere il confronto con la realtà: il Regno Unito è in recessione e deve imporre un'inevitabile razionalizzazione delle spese. Il Governo di coalizione dei conservatori con i liberaldemocratici si è gettato nelle braccia dell'austerità e stenta sul fronte della crescita, ma finora i laburisti avevano risposto all'accetta del Governo con una politica paternalistica: non taglieremo nulla, anzi, vi daremo di più. Questa logica è stata abbandonata: lo stesso Ed Miliband ha spiegato più volte che i tagli sono inevitabili. Non si è mai spinto verso le politiche di crescita più scioccanti – come il taglio delle tasse –, ma neppure i conservatori sono mai arrivati fin là.

Il leader laburista oggi non è più "red", semmai tende al "blue", il colore dei conservatori. Secondo molti commentatori, la svolta blu è appena iniziata, ed è stata determinata dai pesi massimi blairiani che ancora governano il partito. Ma allo stesso tempo Ed Miliband ha dichiarato morto il modello capitalista: ci vuole un «capitalismo responsabile», ha detto, che messo così sembra una banalità, ma che in realtà si ispira a una lunga tradizione neoliberale europea. Non fa riferimento al liberismo anglosassone, cui si è uniformato il modello (di grande successo) blairista, ma piuttosto a quello della Soziale Marktwirtschaft tedesca, l'economia sociale di mercato che prese piede nella Germania del secondo dopoguerra, una proposta a metà tra il laissez-faire mercatista e il dirigismo di Stato. Ed Miliband vuole un capitalismo leggero, insomma, una via di mezzo, che secondo i commentatori dell'Economist «ha ancora parecchie venature di rosso». Ma se la strada di Ed Miliband è più verso una sinistra come quella dell'ex cancelliere tedesco Gerhard Schröder che come quella del presidente socialista di Francia, François Hollande, vuol dire che il rosso, anche nel laburismo britannico, sta definitivamente sfumando.

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