Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 25 novembre 2012 alle ore 08:17.

My24

Nato nel 1912 a Como, Cesare Cattaneo a dieci anni scrive il suo primo racconto – Al Polo Nord – e a vent'anni il romanzo (rimasto dattiloscritto) Paolo Pons: una sorta di dialogo sullo sfondo del paesaggio comasco, quasi un'anticipazione del suo più famoso Giovanni e Giuseppe. Dialoghi di architettura, edito nel 1941.
A 22 anni, un anno prima della laurea al Politecnico di Milano, progetta con l'astrattista Mario Radice la Fontana di Camerlata a Como, primo manifesto della sua estetica della «polidimensionalità» e a 29 la sua architettura più famosa, la casa di famiglia a Cernobbio, valutata oggi come un'icona tra le più significative del razionalismo italiano. Muore a 31 anni, il 24 agosto 1943, pochi giorni dopo la tragica scomparsa del l'altro grande protagonista del l'«astrattismo comasco», Giuseppe Terragni.
Una vita breve ma percorsa dall'intenso stimolo della «tensione dell'intendere». Una vita consumata dalla fiamma cheta di un vivere appartato incarnato dal suo alter ego letterario, «Giovanni»: «a vivere cogli altri uomini mi trovo malissimo, vorrei chiudermi nel mio guscio». Ben diversa dalla psicologia terremotata dell'amico Terragni, ma allo stesso tempo partecipe di quella spasmodica agitazione di un'intera generazione così efficacemente descritta da Carlo Belli: «Venne un fuoco a divorarci, per circa dieci anni, a cominciare dal 1926. La nostra cometa fu l'architettura. All'insegna dell'architettura ponemmo l'attività, il costume, lo stesso significato della nostra epoca: o tale almeno fu il nostro sogno, la nostra ambizione».
Non fu però quella di Cesare Cattaneo un vita "gridata": si tenne anzi appartata in quell'angolo di "moderna" provincia rappresentato da una Como allo stesso tempo borghese e avanguardistica, che non a caso il teologo Romano Guardini, nelle Lettere dal Lago di Como, scelse come scenario delle sue riflessioni sull'impatto del moderno: «Dobbiamo dominare le forze scatenate onde farle attendere alla elaborazione di un ordine nuovo... Nella parabola della storia siamo ritornati esattamente al punto in cui si trovò l'uomo primitivo quando ebbe ad affrontare il suo primo compito, quello di creare un mondo».
Conservatrice Como, eppure incubatrice del più estremo nucleo del razionalismo e dell'astrattismo, oltre che patria del padre del futurismo architettonico, Antonio Sant'Elia. Qui, nel 1927 Terragni costruì la prima casa d'abitazione moderna in Italia, il Novocomun; qui e nei dintorni il più giovane Cattaneo costruì la sua scarsa manciata di opere (la Fontana di Camerlata, realizzata postuma nel 1960), la sede dell'Unione fascista Lavoratori dell'Industria, la casa di Cernobbio e l'asilo infantile di Asnago.
Lasciò però nel segreto del suo studio una sterminata serie di disegni e di progetti che costituiscono il motore nascosto della sua singolare visione dell'architettura come arte intellettuale ed esperienza spirituale. Per pochi mesi e in attesa di una seconda mostra in patria, a Como, questo prezioso nucleo di "pensieri" di carta viene esposto a Roma nel tempio delle arti e del disegno d'architettura, l'Accademia di San Luca in occasione del centenario della nascita dell'architetto.
Combinazione appropriata, visto che proprio l'interdisciplinarietà del disegno come strumento di esplorazione e convergenza delle più diverse discipline plastiche fu al centro del pensiero di Cattaneo. Ma la mostra è anche occasione per una riflessione più generale sulle peculiarità della via italiana alla modernità rispetto al resto d'Europa.
Ritenuti per molto tempo un'originale imitazione del modello Corbusier o Mies, i razionalismi italiani furono invece l'idiosincratica espressione di una congiuntura particolare dove nel mito politico della "rivoluzione" fascista colavano gli umori spirituali di un'assetata ricerca di "assoluto".
Non a caso, proprio a Como il filosofo Franco Ciliberti varava nel 1938 la rivista «Valori primordiali», proponendo di dare sfogo a quell'«ansia dei moderni» di attingere l'origine eterna delle «sfolgoranti rivoluzioni nel campo del pensiero, dell'arte, della politica». Di quest'ansia di assoluto, Cattaneo fu protagonista, traducendo il tormento del pensiero che si interroga nello scavo analitico delle sue architetture di cemento e di carta: un cumulo vorticoso di fogli e di segni simili al tavolo di un anatomista che nella dissezione cerca i segreti del mistero divino del corpo umano.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Cesare Cattaneo 1912-1943. Pensiero e segno nell'architettura, a cura di Pierre-Alain Croset, Roma, Accademia di San Luca; fino al 12 gennaio 2013. Catalogo Archivio Cattaneo Editore
in Cernobbio

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi