Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 25 novembre 2012 alle ore 08:15.

My24

Chi non parla di amore? Lo si desidera, lo si invoca, lo si tradisce. Non c'è termine più abusato e travisato di amore. Sull'ipocrisia delle parole ragiona Giuliana Galli, classe 1935, da Meda nel cuore della Brianza delle piccole e medie imprese. Sociologa, fondatrice della onlus Mamre, siede nel Cda della Compagnia di San Paolo e dal 2010 ne è vicepresidente. Ma Giuliana Galli non è un'affermata professionista, è una suora entrata nella Congregazione di San Giuseppe Cottolengo a 23 anni e per trent'anni ha gestito oltre 1.200 volontari nel grande Istituto di Torino. Una donna energica, concreta e soprattutto una figura di grande fede. Non nominare amore invano ne è una testimonianza.
Il dramma dell'uomo contemporaneo coincide con la perdita di amore che è smarrimento di «amore di sé», «amore per la vita», «amore di donna», «amore universale», «amor di popolo» e «amore per la verità». A ciascuno di questi temi è dedicato un approfondito capitolo. Nessun moralismo. Al contrario, è la concretezza della quotidianità e delle vicende italiane e del mondo che svelano le povertà umane, le contraddizioni, la perdita della propria e altrui considerazione. Se l'emergenza economica appare chiara a tutti, non altrettanto acuta è la percezione del dramma della perdita di valori umani e trascendenti: l'inverno del cuore. Lo smarrimento di sé si accompagna all'assenza di Dio. Il libro invita a non disperare. Anzi, a ricominciare.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Giuliana Galli, Non nominare amore invano, Piemme, Milano, pagg. 176,
€ 15,00

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi