Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 26 novembre 2012 alle ore 11:50.

My24
Cinquantennio live dei Rolling Stones (LaPresse)Cinquantennio live dei Rolling Stones (LaPresse)

S'erano lasciati male, malissimo. I «gemelli tossici» Mick Jagger e Keith Richards non hanno mai sopportato chi non reggeva i loro ritmi in quanto a whiskey, donne e rock and roll. Ecco perché si può dire che la presenza sul palco di Bill Wyman e Mick Taylor, ieri sera alla O2 Arena di Londra, rappresenti la vera chicca del concerto per il cinquantennale dei Rolling Stones e senza dubbio la sorpresa più gradita ai 20mila fan presenti.

Per il resto, solito show faraonico con guest star di livello assoluto – il guitar hero Jeff Beck e la soul singer Mary J. Blige -, una scaletta che ha guardato con più attenzione del solito al periodo Decca della band e qualche battutina pepata da parte di Mick sul folle costo dei biglietti.

L'inizio nel segno… dei Beatles
Lo spettacolo si apre all'insegna della grandeur stonesiana: il maxischermo dell'immenso palco dominato dal linguacciuto logo del gruppo riproduce video in cui star internazionali di musica e cinema (da Johnny Depp a Iggy Pop, da Elton John a Nick Cave) raccontano dov'erano e cosa facevano la prima volta che ascoltarono un pezzo dei Rolling Stones. Quindi la band fa la sua apparizione sul palco e sorprende tutti: l'apripista è «I wanna be your man», loro secondo singolo ma soprattutto il brano che John Lennon e Paul McCartney regalarono a Jagger e soci pochi giorni prima che venisse pubblicato nell'album «With the Beatles». Mick è il maestro di cerimonie in giacca argentata e cappello di feltro. «Come state nei posti economici? In effetti – ha chiosato malizioso il cantante - non sono proprio economici, questo è il problema». Come dargli torto: il top level del parterre costava 500 euro ma c'è chi ne ha sborsati fino a mille. Si prosegue con l'orgasmo beat della scostumata «Get off my cloud» e con la malinconica «It's all over now» per atterrare nell'esoterismo di «Paint it black».

Mary J. la Divina, Jeff il funambolo
Grande prova canora da parte di Mary J. Blige che sale fino all'inverosimile nella seconda voce di «Gimme Shelter», lasciando ammirato Mick che pure ne ha viste tante nella vita. «White Horses», la più bella ballad che sia mai stata concepita sul consumo di droghe pesanti, porta il focus sul periodo di maggiore creatività della band ossia gli early Seventies, con una sferragliante versione «All down the line» a proseguire il discorso. Sempre sfogliando l'album dei ricordi, si arriva alla pagina di «Metamorphosis», una delle innumerevoli compilation della loro carriera: c'è l'affilata «I'm going down» e stavolta sale in cattedra con i suoi power chords nientemeno che Jeff Beck, l'uomo che negli anni Sessanta contendeva a Hendrix e Clapton la palma di migliore chitarrista del pianeta, oltre che compagno di merende di Ronnie Wood.

«It's only rock and roll» e c'è Bill Wyman
Si apre quindi una parentesi sulla produzione più recente della band: prima «Out of control» da «Bridge sto Babylon», poi i nuovi singoli sporcaccioni «One more shot» e «Doom and Gloom» tratti dall'appena uscito best of «Grrr!». Qualcuno rumoreggia, ma nessuno ha il tempo di annoiarsi: ecco a voi «It's only rock and roll» con Bill Wyman che torna al basso dopo le incomprensioni e gli insulti degli ultimi decenni. Pubblico in visibilio. Suonerà anche su «Honky Tonk Women», sexy come ai tempi belli di «Let it bleed». E arriva l'immancabile momento di Richards al microfono, per due versioni piratesche di «Before they make me run» e «Happy». Invecchiare così è sorte che tocca a pochi.

Chi si rivede: l'altro Mick!
La O2 Arena esplode letteralmente al momento della jam blues «Midnight Rambler», con il grande ritorno di Mick Taylor alla chitarra solista, uno che nei Seventies preferì staccare il jack dall'amplificatore piuttosto che finir male a inseguire gli eccessi dei «Glimmer Twins». Charlie Watts sa ancora macinare le bacchette sul charleston per «Miss you» e «Star me up», mentre Londra canta a una voce sola la ballata dolente «Tumbling Dice» e balla sull'immortale riff di «Brown Sugar». Bis in diretta dagli inferi con «Sympathy for the Devil», eseguita come al solito tra lingue di fiamme che si incrociano sul palco, quindi versione gospel con tanto di coro di «You can't always get what you want» e gran finale adrenalinico su «Jumpin' Jack Flash» con Woody in stato di grazia.

«No Satisfaction»
Sono mancate giusto due cose: «Satisfaction» in scaletta e Brian Jones sul palco. Nel primo caso ci sarà occasione di recuperare già giovedì prossimo, sempre a Londra, e nelle tre date in programma tra New York e Newark. Nel secondo, trattasi di assenza incolmabile. O forse no: al momento di «Paint it black» era come se Brian ci fosse. Bastava chiudere gli occhi e immaginarselo seduto sul palco, scalzo e con in mano quel sitar che, secondo la leggenda, gli fu regalato da Maurizio Vandelli dell'Equipe 84.

Commenta la notizia

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi